Sono già cominciate nel Pd sardo le consultazioni per costruire il dopo Soru, adesso che l’eurodeputato ha lasciato la guida del partito dopo la condanna a tre anni per evasione fiscale (e per due non potrà fare il manager). Domani la presidente dem, Giannarita Mele, convocherà l’assemblea cui spetta indicare il nuovo leader, visto che le dimissioni di Soru sono irrevocabili, per come lo stesso segretario le ha annunciate in una breve nota diffusa alle 11,34 dopo averle comunicate al telefono alla Mele, un’ora prima (leggi qui la cronaca).
Il parlamentino dem si vedrà con molta probabilità sabato 14 maggio, sempre a Oristano. Per Statuto, infatti, l’assemblea va convocata con otto giorni di anticipo durante i quali nel Pd dovrà trovare la quadra sul nome del successore di Soru.
Al momento non filtrano indiscrezioni, anche perché l’accelerata è arrivata oggi all’improvviso dopo mesi di stallo e guerre. Da una parte Soru e i soriani; dall’altra gli ex alleati della maggioranza congressuale, quell’area popolare-riformista che fa riferimento ad Antonello Cabras, Paolo Fadda e Silvio Lai. Equidistante la minoranza guidata dal senatore Ignazio Angioni, formata da ex Ds, renziani della prima ora ed ex Margherita, i quali sottotraccia avevano rivendicato l’indicazione del possibile nuovo segretario per far uscire il Pd dalle secche, vista la frattura interna.
Adesso, però, il quadro è cambiato: la condanna di Soru ha certamente indebolito i soriani e per un altro verso segna un punto a favore dell’ex maggioranza che non considerava più adeguata la guida dell’eurodeputato, come più volte ha ribadito il portavoce Giacomo Spissu. Il correntone Angioni, tuttavia, non resterà a guardare e certamente continuerà a rivendicare il diritto a scegliere il nuovo segretario. Una cosa è sicura: se Soru ha lasciato per via dell’evasione fiscale di cui è considerato colpevole in primo grado, risulta difficile che il sostituito possa essere un indagato. Per esempio il consigliere regionale Franco Sabatini (sotto inchiesta per i fondi ai gruppi), nome gradito al deputato Siro Marrocu. Lo stesso può dirsi di Chicco Porcu e di Gavino Manca, fedelissimi del premier Matteo Renzi e ugualmente accusati di peculato.
La presidente Mele sottolinea: “La mancanza di Renato Soru si farà sentire. Ma il Pd è un partito strutturato, abituato a pensare e a lavorare, sono sicura che in brevissimo tempo troveremo una soluzione tutti insieme”. E a domanda diretta sulla possibilità che il nuovo leader venga eletto già sabato prossimo, la Mele non lo esclude: “Vediamo, la decisione sarà collegiale”.
Per il Pd la condanna di Soru potrebbe essere l’occasione per affidare la segreteria a una nuova classe dirigente. A un giovane che segni quel rinnovamento a cui il Partito democratico sardo aspira da tempo. Un rinnovamento finora clamorosamente mancato, ma più che mai necessario vista la coincidenza con le Amministrative del 5 giugno.
Al. Car.
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