Pd, Soru resta. Ma gli ex alleati insistono: “Deve lasciare”

Il Pd sardo è ufficialmente in guerra: Renato Soru non molla, ma gli ex alleati non lo considerano più il leader del partito. Cronaca da Oristano.

Renato Soru prenda atto che non ha più titolo per fare il segretario”. Mancano pochi minuti alle 13 quando Giacomo Spissu (nella foto), portavoce dell’ex maggioranza raccolta nell’area popolare-riformista, chiude la Direzione regionale di Oristano. Novanta minuti di lavori, intervallati da mezz’ora di pausa, e due soli interventi: prima il leader sardo dei dem che ha sfidato gli ex alleati dichiarando di restare al proprio posto; a seguire la replica di Spissu.

La Direzione di oggi consegna alle cronache un Pd sardo alla guerra, come non si vedeva da anni. Un Pd dove naufragata definitivamente l’unità che si era costruita col congresso del 2014, quando Soru venne candidato alla segretaria dalle correnti di Antonello Cabras, Paolo Fadda e Silvio Lai. E vinsero, tutti insieme.

La mossa, già allora, suscitò non poche perplessità tra gli osservatori: l’assenza di feeling politico tra Soru e gli ex alleati si era già materializzata nel 2008, portando al commissariamento del partito sardo con l’arrivo di Achille Passoni. Ma nell’autunno di due anni fa, quando Soru decise di candidarsi nuovamente alla segreteria regionale, alla corrente popolare-riformista dev’essere sembrato il male minore sostenere l’europarlamentare.

A un anno e mezzo da quella scelta, i nodi sono tornati al pettine, in un crescendo di tensioni cominciate il 23 gennaio con l’uscita dalle correnti Cabras, Fadda e Lai, rappresentate da Carlo Careddu, Giuseppe Frau, Dolores Lai e Romina Mura.

Spissu nel suo intervento ha in qualche modo ripercorso le tappe congressuali. Con una premessa: “Non volevo intervenire – ha esordito -, ma mi trovo costretto. In questa Direzione – ha continuato – non è emersa alcuna novità rispetto alla precedente (del 13 febbraio): il segretario ha richiamato l’unitarietà, ma in queste tre settimane non ha fatto nulla né ha coinvolto nessuno per cercare assieme una strada comune”.

Quindi la replica diretta alle dichiarazioni di Soru: “Il segretario dice di dover rispondere solo agli elettori delle primarie. Vero. Ma la guida del partito gli è stata affidata insieme alle liste dei candidati in Assemblea”. Spissu ha fatto anche i conti: “Coi nostri voti, il segretario ha il 52 per cento, ma pretende addirittura di governare il 100 per cento del partito, malgrado da solo abbia appena il 20-25 della rappresentanza. Questa non è democrazia. Soru prenda atto che non ha più titolo per fare il segretario. Noi non lo sosteniamo più: più chiari di così. Perché è da maggio che si sottrae continuamente alle proprie responsabilità”.

Subito dopo l’intervento di Spissu, la Direzione ha approvato all’unanimità un ordine dei lavori per la chiusura immediata della riunione. A questo punto c’è il rischio che nel Pd sardo si apra una nuova guerra a colpi di statuto. E da una parte ci sono gli ex alleati di Soru, secondo i quali la segreteria attuale è da considerarsi decaduta perché, in base all’articolo 24, manca il numero minimo dei componenti. Oltre ai 4 dell’area popolare-riformista, infatti, si è sospesa anche Francesca Fantato, delegata degli ex civatiani de La Traversata. Restano in carica, almeno sulla carta, solo i soriani Barbara Argiolas, Luca Clemente, Mauro Coni e Andrea Murgia, le cui deleghe, però, sono state sospese da Soru il 13 febbraio scorso. Vero che oggi il segretario li ha rimessi in corsa, affermando che “la segreteria c’è e anzi va allargata nelle prossime settimane con persone di buona volontà”. Ma chissà se questa dichiarazione basterà per bypassare le disposizioni dello Statuto.

E se Spissu ha chiarito la propria posizione in Direzione, chiusi i lavori di Oristano dalla La Traversata hanno mandato una nota, non diversa nella sostanza rispetto al messaggio dell’area popolare-riformista: “Il segretario non può governare senza aver chiaro riscontro negli organismi eletti, tutti democraticamente, all’interno di un percorso congressuale che ha coinvolto migliaia di democratiche e democratici in Sardegna”.

Quindi il secondo punto fermo messo: “Le primarie che hanno eletto Renato Soru segretario gli hanno attribuito un ruolo di responsabilità. Su tutto il compito di dialogare e ricomporre la nostra comunità anteponendo i nostri comuni destini ad ogni altro ragionamento. Siamo a disposizione del partito come lo siamo sempre stati, ci siamo autosospesi dal ruolo in segreteria regionale per rimarcare che siamo capaci di lavorare con tutti, ma con una legittimità che deriva solo dagli organismi eletti. Le scadenze che abbiamo davanti e la preoccupazione per lo scenario offuscato della nostra Sardegna ci obbligano tutti a trovare le soluzioni adesso, non è più tempo di aspettare”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

LEGGI ANCHE: Crisi Pd, la sfida di Soru: “Se non mi volete, sfiduciatemi. Poi nuove primarie”

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share