“Le forze in Consiglio regionale si sono messe trasversalmente d’accordo per ignorare la richiesta di onestà e trasparenza dei cittadini nella gestione del bene pubblico”. Lo scrive Michela Murgia sulla sua pagina Facebook e in poche ore raccoglie centinaia di “mi piace” e di condivisioni. Che si sommano a quelli raccolti dal post sullo stesso tema pubblicato poco prima dalla scrittrice sul sito di “Sardegna Possibile”. Il titolo chiarisce subito il concetto: “Oppi, ovvero ‘fidai pudda a marxiani‘” (Oppi, ovvero: affidare i polli alla volpe).
Ma l’esponente dell’Udc e neoeletto questore del Consiglio regionale non è che uno degli obiettivi: Michela Murgia chiama in causa anche il Partito democratico. E cita i casi di Gianfranco Ganau (rinviato a giudizio per abuso d’ufficio ed eletto presidente dell’assemblea regionale) e di Francesca Barracciu (indagata per peculato e nominata sottosegretario alla cultura nel governo Renzi).
Secondo la Murgia, l’elezione di Ganau “dimostra che la noncuranza per il senso dell’opportunità resta una pratica più che trasversale agli schieramenti. A nominarlo è stata infatti la stessa maggioranza di centrosinistra che aveva accettato il diktat del governatore sul non volere indagati in giunta, come a dire che il fatto che si sia stati disponibili a tinteggiare la facciata non significa affatto che si sia anche aperti a rivedere la struttura”.
“Quello che appare evidente – aggiunge la scrittrice – è che i partiti hanno deciso di dare un messaggio chiaro alla magistratura, comportandosi come se la procura e le sue indagini appartenessero a un mondo parallelo: finché non è condanna non sta succedendo, una logica che non sarebbe applicata nemmeno a uno sportellista di periferia sospettato di intascarsi i soldi dei correntisti, ma che invece sembra valere per chi controlla i fondi pubblici del consiglio regionale e determina le scelte politiche per tutti i sardi”.
Discorso analogo per la Barracciu. Nella sua designazione a sottosegretario Michela Murgia vede “la prova che nel Pd non esista alcuna questione morale”. E rende evidente il fatto che “il famoso passo indietro non è mai stato motivato da ragioni etiche – per quanto alle anime belle possa ancora piacere pensarlo – ma solo dai calcoli elettorali che la davano perdente nei sondaggi”.
In sostanza, secondo la Murgia, centrodestra e centrosinistra nascondono dietro la formula “il mio partito è garantista” una patto non scritto volto a coprirsi vicendevolmente le spalle. “Finché vigerà questo silenzioso accordo di garanzia non ci sarà nessuno a difendere l’altro garantismo: quello che dovrebbe proteggere il diritto dei cittadini a essere rappresentati da persone al di sopra dei sospetti”.
Per il momento nessuna reazione da parte del centrosinistra. Mentre, con una dichiarazione riportata da l’Unione Sarda, è intervenuto Giorgio Oppi il quale afferma di aver accettato l’incarico di questore “solo per spirito di servizio” e annuncia che “più avanti come ho già fatto in passato, lascerò spazio ad altri”. “Non ho mai criticato Michela Murgia – ha detto ancora Oppi – ma forse lei non sa queste cose e anche il fatto che i questori non gestiscano alcunché, visto che tra l’altro non ci sono praticamente più fondi per i gruppi”.
