Maxi staff, sindacati contro Solinas: “Ritiri il dl 107, aiuti i sardi in difficoltà”

Dopo la Uil anche gli altri sindacati sardi hanno preso posizione contro il dl 107 che costerà ai sardi sei milioni di euro in più. E tutto per dare sessanta incarichi fiduciari, nomine politiche a fedelissimi. Di oggi una nota firmata da tutte le sigle dei lavoratori. Per i sindacati si tratta di “un provvedimento orientato a far quadrare logiche di potere e non certo a rendere efficienti gli uffici, e che prevede un uso molto discutibile del denaro pubblico”, l’incipit. Il documento lo ha firmato anche la Uil-Fpl insieme a Sadirs, Cgil-Fp e Saf. Stamattina le sigle hanno illustrato i motivi per cui chiedono il ritiro del disegno di legge sugli staff della Giunta.

“Gli oltre sei milioni di euro annui destinati alle retribuzioni di consulenti, esperti e addetti è un costo considerevole in palese conflitto con le regole sulla capacità assunzionale delle pubbliche amministrazioni”. In secondo luogo perché la 107 “rafforza la gerarchia e la burocrazia, creando un sistema farraginoso, inefficace e
inefficiente, togliendo risorse e personale agli uffici operativi già in grave difficoltà”.

Giampaolo Spanu (Uil), Gianni Deligia (Sadirs) e Roberta Gessa (Cgil) hanno ricordato poi che la riforma “istituisce dipartimenti incardinati nella presidenza della Regione con relativi direttori. Un sistema, spiegano, che accresce in maniera abnorme il potere del presidente a svantaggio del ruolo degli assessori, e svilisce le competenze e le funzioni delle Direzioni generali”, quindi “compromette ancora di più l’equilibrio tra la funzione di indirizzo e programmazione della politica e quella di gestione della direzione amministrativa, che deve ispirarsi all’imparzialità ed alla terzietà”.

Piuttosto, osservano i sindacati di categoria, le stesse risorse andrebbero impegnate in altro modo. E cioè per “nuove assunzioni e concorsi pubblici, interni ed esterni, per tutte le categorie, compresi i dirigenti, dell’amministrazione regionale, degli enti regionali e del Corpo Forestale”. D’altra parte, ha ricordato Spanu, “all’1 gennaio 2021 i dipendenti del comparto della Regione sono poco più di 6.000”. Meglio dunque destinare quelle risorse “al rinnovo del contratto dei dipendenti scaduto da oltre due anni, alla riclassificazione del personale, al sostegno della sanità in Sardegna per meglio affrontare l’emergenza Covid-19, al miglioramento della sicurezza nei luoghi di lavoro”.

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