Il Mater Olbia presto riceverà i finanziamenti per l’avvio delle attività complete della struttura, ma dallo scorso dicembre, dopo aver ottenuto l’accreditamento provvisorio, ha aperto inizialmente gli ambulatori e le visite specialistiche e poi da luglio sta utilizzando anche i reparti per le degenze. È l’amministratore delegato di Mater Olbia Spa, Giovanni Raimondi, a fare un bilancio di questi primi mesi di attività: “Sono state più di 13mila le presentazioni ambulatoriali nei primi mesi. Già le prime settimane di attività segnalano ottimi risultati in termini di ricoveri e attività chirurgica”. Raimondi si sofferma sull’organico, per ora composto da 150 dipendenti di cui oltre l’80 per cento sono sardi. Un numero destinato a salire a “oltre cinquecento con l’andata a pieno regime nei prossimi trimestri Il tutto supportato da importanti investimenti in equipment per consentire prestazioni di alta complessità”.
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A poche ore dal via libera a parte del Consiglio regionale alla variazione di bilancio che stanzia 150 milioni di euro per l’ospedale gallurese, l’amministratore delegato ha accolto la notizia “con grande soddisfazione. La decisione – prosegue – è il punto di arrivo di un percorso che ha visto la fattiva collaborazione fra le istituzioni regionali e i partners dell’iniziativa (Qatar Foundation e Gemelli Irccs), e insieme il punto di partenza di un progetto che porta assistenza di qualità e ricerca scientifica a diretto beneficio del territorio della Sardegna”. Un ultimo passaggio poi sul ruolo che il Mater avrà nello scacchiere regionale: “L’ospedale è parte integrante dell’offerta sanitaria regionale a cui intende collaborare in modo attivo e propositivo conquistando coi fatti la fiducia dei cittadini e delle istituzioni, avendo come principio ispiratore la centralità del paziente nella sua globalità”.
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Eppure continuano i dubbi da parte di alcuni gruppi del Consiglio regionale. I consiglieri regionali dei Progressisti, Gianfranco Satta e Antonio Piu, hanno votato contro l’assegnazione delle risorse per il timore che “l’intervento possa compromettere la qualità dell’offerta sanitaria del sistema pubblico”. I finanziamenti pubblici al Mater vanno bene nel momento in cui “questo ospedale vada ad offrire ai sardi l’opportunità di potersi curare senza la necessità di dover uscire dall’Isola o farlo restando in Sardegna in modo migliore rispetto alle attuali offerte di altri operatori privati”. Dunque, gli esponenti dei Progressisti accettano un finanziamento di questo tipo su “nuovi reparti o specializzazioni mancanti, ma non per dare risorse a servizi già offerti dagli altri ospedali pubblici”.