Massimo Zedda disegna la Cagliari dei prossimi cinque anni: “Una città gentile e inclusiva, ripartiamo da cultura e turismo”

Una Cagliari “aperta, gentile e curiosa” quella che immagina Massimo Zedda per i prossimi cinque anni. Che riparta da cultura e turismo e fortifichi gli spazi di inclusione sociale, di coesione e di dialogo intergenerazionale, con delle politiche mirate ai giovani che troppo spesso sono rimasti ai margini nelle politiche comunali. Il sindaco ha presentato le linee programmatiche, i progetti e le riforme da mettere in campo fino al 2029 che nascono “dall’ascolto delle cittadine e dei cittadini” e che verranno portate avanti cercando il più possibile di “coinvolgere”, anche chi ha votato per il centrodestra. Non è un caso che il primo capitolo del documento programmatico parta dal titolo “Cagliari che partecipa”: “Una città che voglia guardare al futuro deve coinvolgere, attivamente, la sua cittadinanza nella costruzione di un ambiente urbano più inclusivo e sostenibile”.

La visione di futuro per Cagliari “parte da un forte investimento nella cultura e nella conoscenza che sia prioritariamente rivolta ai suoi abitanti – spiega il sindaco -. Un paese, un territorio o una città progrediscono quando preservano e accrescono il loro capitale umano. La stessa crescita economica che immaginiamo basata sull’innovazione tecnologica o digitale, la comunicazione multimediale, i servizi avanzati, la gestione complessa di reti di dati ed energia, l’industria culturale e creativa è in correlazione lineare col capitale umano”. Del resto “cultura” significa benessere e qualità della vita, e significa anche lavoro.

I quartieri vengono visti dall’amministrazione come il fulcro della partecipazione dei cittadini alla vita politica e culturale, anche attraverso la creazione di spazi e iniziative che favoriscono la coesione sociale. Rigenerazione urbana, promozione della partecipazione democratica e della comprensione interculturale, miglioramento dei servizi, delle infrastrutture e della qualità della vita sono le parole d’ordine di Zedda e della coalizione di centrosinistra che lo sostiene in via Roma. In particolare sulla qualità della vita nei quartieri si enfatizzano gli spazi e i centri di vicinato sociale, le attività produttive e artigianali di vicinato, lo sviluppo di spazi lavoro e di vita condivisi, lo stanziamento di fondi per attività sociali e culturali.

Sull’emergenza abitativa a Cagliari, con il caro-affitti, il sindaco annuncia un “Piano straordinario per la casa e il diritto ad abitare: edilizia sociale e convenzionata, appartamenti di vita condivisa e per anziani autosufficienti, abitare assistito e sostegno all’affitto, in accordo con lo Stato e con la Regione”. Lotta alla povertà è un altro capitolo a cui viene riservata grande importanza, così come alla formazione professionale e allo studio. Un capitolo è dedicato alla partecipazione dei giovani, che spesso sono lasciati ai margini del Capoluogo e che spesso sono costretti a scappare per avere opportunità di crescita lavorativa. “Puntiamo su partecipazione e coinvolgimento giovanile – scrive il sindaco nel documento -: possiamo valorizzare il patrimonio immobiliare dismesso per destinarlo a spazi di aggregazione per le più giovani e i più giovani, nei quali le modalità di fruizione e accesso siano frutto di un processo di progettazione partecipata. Poi la costituzione di uno “Sportello Giovani” per ascoltare i bisogni delle giovani cittadine e dei giovani cittadini; il supporto all’avvio della Consulta Giovanile Comunale composta dalle rappresentanti e dai rappresentanti di istituto degli organi centrali dell’Università e degli organismi datoriali e sindacali”. E poi ancora: sviluppo sostenibile del territorio (con un piano urbanistico “partecipato”), una mobilità sicura e – anche qui – sostenibile, una città verde e pulita.

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