M5s tra sardine e crollo di consensi: “Non siamo infallibili, ma non è crisi”

Il calo registrato dai sondaggi, senatori che cambiano bandiera ed elettori che strizzano l’occhio alle sardine. Non è un momento facile per il Movimento Cinque stelle che deve tamponare le emorragie senza perdere mai d’occhio le tensioni interne, che negli attivisti sardi fanno parte del Dna. L’onda lunga del movimento di rottura sta soffrendo questa seconda esperienza di governo col passaggio dalle nozze combinate coi leghisti a quelle col Pd. Nel frattempo le piazze si riempiono col nuovo fronte popolare nato per contrastare Salvini, dall’Emilia il consenso si sta allargando a tutta Italia e l’M5s deve fare i conti con chi rischia di portare via voti. Ma i parlamentari sardi assicurano che lo stato di salute del Movimento è buono e difendono il Governo Conte bis assicurando che tra gli eletti nell’Isola non ci saranno fughe verso il Carroccio. “Garantisco personalmente la lealtà e la fedeltà dei miei colleghi senatori ai valori del Movimento – replica con fermezza il senatore Ettore Licheri -. Possiamo anche perdere alcune battaglie ma ci siamo presi il Paese sulle spalle contro il sistema dei grandi gruppi di editori. Abbiamo messo in questa manovra le tasse ai colossi del Web. Il prossimo anno anche le piattaforme petrolifere pagheranno l’Imu, e pagheranno più tasse pure la lobby del gioco d’azzardo. E tutto questo per tagliare di tre miliardi il cuneo fiscali ai lavoratori. Un impegno difficile, ci vuole coraggio e cuore: cose che ai miei colleghi sardi non mancano di certo”.

Secondo l’esponente sassarese del Movimento, uno dei più rappresentativi dal punto di vista mediatico, anche le tensioni nella maggioranza non saranno letali: “Il Governo non è affatto in crisi, le due ultime votazioni di fiducia sulla manovra hanno mostrato numeri rassicuranti”. Nelle intenzioni di voto degli italiani il calo di consensi per i grillini è sensibile e un’ulteriore erosione di consensi può arrivare dal movimento popolare delle sardine, ma secondo Licheri l’M5s non deve contrastare questa nuova forza che sta prendendo forma, ma cercare punti di contatto. “Le sardine sono un movimento spontaneo, giovane, di piazza. Vanno lasciati liberi di dire e fare ciò che vogliono. Vogliono dialogo, vanno ascoltati e non guidati – commenta il senatore sassarese – Una volta Beppe Grillo mi disse ‘se vuoi sapere da che parte sta andando la storia, parla con un adolescente e ti farai un’idea'”.  Secondo Licheri bisogna essere pronti a tutto. “Noi siamo un Movimento che tiene sempre le porte aperte, sia a chi vuole entrare sia a chi vuole uscire per trovare nuove fortune – conclude -. Non abbiamo mai inseguito il consenso altrimenti questa estate non saremmo rimasti a scrivere una legge di bilancio difficilissima, rifiutando la comoda poltrona dell’opposizione da Movimento appena tradito dal partner di governo”.

Che non sia un momento facile per i pentastellati e la loro immagine non sia al massimo della popolarità è evidente. Per quanto possano essere affidabili, anche le rilevazioni statistiche tra gli elettori tratteggiano un’immagine scolorita della forza dirompente degli anni scorsi. “Il Movimento 5Stelle non ha mai inseguito i sondaggi – assicura la deputata Emanuela Corda -. Il Movimento, come tutte le organizzazioni umane del mondo, ha momenti buoni e momenti meno buoni. Non siamo macchine e non siamo infallibili, ma il nostro obiettivo è, e resta, poter fare qualcosa di buono per i cittadini. La legge elettorale non ci ha consentito di governare da soli, questo è un dato di fatto. Quindi ci siamo concentrati su obiettivi programmatici e molti li abbiamo già realizzati, in primis il reddito di cittadinanza”.

La Corda non usa mezzi termini per criticare chi si toglie la casacca pentastellata per salire sul Carroccio. “Chi va via dal Movimento per andare in altri partiti, non ha capito nulla del nostro progetto – commenta la parlamentare cagliaritana -. Troppo comodo abbandonare la barca scegliendo le compagini che apparentemente sembrano oggi più ‘forti elettoralmente’. Il Movimento è nato per cambiare un sistema e un modello culturale, non per inseguire i voti. Noi abbiamo fatto una scelta di vita e di campo e la porteremo avanti”. Se il senatore sassarese lascia la porta aperta al movimento delle sardine, la deputata cagliaritana ha una posizione più netta: “Rispettiamo le piazze e la partecipazione di altri movimenti a quelle piazze, ma non siamo in concorrenza con nessuno- aggiunge -. Tanto più che le stesse sardine si sono già collocate nel centrosinistra e noi siamo invece liberi da ideologie. Benché governiamo con altre forze politiche su programmi e punti precisi. Questa è la democrazia e noi la rispettiamo. Non abbiamo paura di nessuno perché non siamo in guerra con nessuno. L’unica nostra guerra è contro l’ingiustizia e l’iniquità sociale”.

In Sardegna i problemi più preoccupanti per il Movimento Cinque stelle non arrivano dalle altre coalizioni, ma dalle divisioni interne. Tutta la storia M5s nell’Isola è costellata di divisioni, spaccature ed epurazioni che hanno compromesso i risultati alle Amministrative, culminate con la scomparsa dal Comune di Cagliari e il quarto posto tra i candidati sindaco a Sassari. L’unica buona notizia è arrivata dall’esordio in Consiglio regionale, nonostante il magro risultato alle elezioni di febbraio. Ma anche lì è bastato poco perché emergessero nuovo divisioni. Il gruppo consiliare partito con sei membri, si è ridotto a cinque che in realtà sono 4+1: separati in casa. Dopo mesi di graduale distacco e polemiche Elena Fancello ha formalmente cambiato bandiera, lasciando la squadra per confluire nel Misto. “Preferisco non parlare di questioni interne – commenta la capogruppo Desirè Manca -. Come gruppo continuiamo a lavorare come abbiamo sempre fatto a partire da aprile: studiamo e portiamo il nostro lavoro nelle commissioni e in Consiglio”. L’esponente sassarese del Movimento ha dalla sua parte i tre uomini eletti in via Roma, Alessandro Solinas, Michele Ciusa e Roberto Li Gioi, che si muovono insieme e presentano insieme le iniziative politiche.

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Non ha quasi nulla a che fare con loro la quinta componente del gruppo, Carla Cuccu, ma non ha nessuna intenzione di togliersi la casacca del Movimento. “Lungi da me fare guerra ai colleghi – spiega -. Sono tranquilla e pacifica ma, soprattutto, sono abituata a lavorare per i progetti non per la visibilità: qualcuno si è messo in testa, la capogruppo e gli altri tre, che dovevano avere più spazio e hanno deciso che dovevano essere loro i 5 stelle e non io e la Fancello. Hanno mistificato la realtà ed Elena è passata giustamente al Gruppo misto mentre io da dieci anni porto avanti il mio impegno dentro il Movimento”. La bandiera con le Cinque stelle è l’unico punto che ormai hanno in comune, ma neanche la visita del sottosegretario agli Esteri, Manlio di Stefano, ha registrato irregolarità tali da far attivare procedimenti da Roma. “Lavoro nella commissione Sanità, mentre loro non si preoccupano delle loro commissioni e cercando di prendere il mio posto – rivela Carla Cuccu sui suoi compagni -. Ma io me lo sono conquistato con lo studio e la professione, non sono qua per attaccamento alle poltrone e non sono in politica per farmi vedere: interpreto al meglio la mia possibilità di mettere le mie competenze a disposizione di tutti i sardi”.

In Sardegna le divisioni tra gli esponenti del Movimento si registrano anche su questioni territoriali, come la riforma delle Province. L’assessore regionale agli Enti locali, il sardista Quirico Sanna, sta portando avanti la divisione dell’Isola in sette territori con le quattro Province storiche e l’istituzione di altre tre in Gallura, in Ogliastra e nel Sulcis. Su questa zona di fabbriche in crisi e miniere dismesse ci sono problemi tra i grillini perché la sindaca di Carbonia, Paola Massidda, è tra i più soddisfatti sostenitori di questa iniziativa, mentre si trovano sul fronte opposto, in perfetta sintonia, le due consigliere regionali separate in casa. “Confermiamo sempre la posizione netta del Movimento a livello nazionale contro le Province – ribadisce Desiré Manca -. Non solo non verrebbe rispettata la volontà popolare dei sardi che hanno scelto di eliminare le Province, ma addirittura se ne istituiscono altre tre. Con tutti i problemi, anche gravi, delle zone interessate dall’ennesima riforma qua si pensa di risolverli con un altro carrozzone e altre poltrone: è assurdo”. Anche la collega ‘dissidente’ conferma che sui temi principali del Movimento c’è massima intesa. “Sono contraria all’istituzione delle Province già soppresse, l’unica strada è quella del contatto diretto coi cittadini – conclude Carla Cuccu -. Ramificarsi nei territori è più utile che creare un ente intermedio. Rispetto il pensiero di Paola Massidda, che vive il problema in prima linea, ma sono totalmente in linea col Movimento”.

Marcello Zasso

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