Cagliari, luci e ombre dei Cinque stelle: dai 25mila voti alla rinuncia al Comune

Il Movimento Cinque Stelle scompare dal Consiglio comunale di Cagliari. Le divisioni interne hanno mandato all’aria l’azione politica nel capoluogo, uno schema che si era già visto negli anni scorsi e aveva portato alla mancata partecipazione alle Regionali del 2014. Cagliari ha un ruolo di primo piano nelle gerarchie del Movimento, da lì arrivano i deputati Emanuela Corda, Andrea Vallascas e Pino Cabras, la loro ex collega Paola Pinna, il senatore Gianni Marilotti, gli ex Roberto Cotti e Manuela Serra, prima sarda a entrare a Palazzo Madama, e l’eurodeputata uscente Giulia Moi. Ma da Cagliari arriva soprattutto Pietro Dettori, la figura più potente (e riservata) della squadra: storica spalla di Beppe Grillo ai vertici del Movimento dal 2012, attualmente responsabile editoriale e socio (uno dei tre) dell’associazione Rousseau di Davide Casaleggio. Il ruolo di primo piano del capoluogo sardo all’interno dei Cinque Stelle, però, non è sempre stato accompagnato da fortuna e un adeguato consenso elettorale.

2005. Le prime riunioni tra attivisti a Cagliari erano cominciate con la nascita del Meetup 31 (la prima rete nazionale che unisce i gruppi di incontro). Segnava l’inizio dell’avventura dei sostenitori di Beppe Grillo, che negli anni successivi era sfociata nella creazione delle prime liste civiche in giro per l’Italia. Nel frattempo erano aumentati i Meetup in città, fino alla nascita formale del Movimento Cinque stelle che aveva partecipato per la prima volta alle elezioni nel 2010 e si era sviluppato l’anno successivo quando era arrivata anche la prima partecipazione alle elezioni nel capoluogo sardo.

2011. La prima esperienza M5s a Cagliari era stata la candidatura a sindaca di Emanuela Corda, che aveva in lista Andrea Vallascas e Manuela Serra: nell’anno del passaggio di consegne tra Emilio Floris e Massimo Zedda, l’esordio M5s si era fermato al due per cento con poco più di 1.900 voti per la candidata grillina.

2012. L’attenzione degli attivisti cagliaritani, in costante crescita, si era spostata sulle Comunali di Quartucciu, dove era arrivato anche Beppe Grillo per sostenere il candidato sindaco Bruno Flavio Martingano.

2013. Alle Politiche il Movimento Cinque Stelle era stato il partito più votato in città, con quasi 25mila voti alla Camera, un cagliaritano su quattro aveva votato per Grillo portando in Parlamento Emanuela Corda, Andrea Vallascas, Paola Pinna, Manuela Serra e Roberto Cotti. A pochi chilometri dal capoluogo Mario Puddu era stato eletto alla guida di Assemini, primo sindaco sardo a Cinque stelle. Era stato l’anno della svolta, che sembra precludere a un’ulteriore crescita in ambito locale.

2014. L’anno successivo l’avanzata del Movimento sembrava destinata a far sventolare la bandiera con le Cinque Stelle sopra Villa Devoto, ma le divisioni interne avevano portato a una spaccatura insanabile e il tentativo di creare una lista sola era stato stroncato da Beppe Grillo che aveva tolto a tutti la possibilità di utilizzare il simbolo: da probabili vincitori i Cinque stelle non avevano neanche partecipato alle elezioni. Era andata meglio con le Europee dove i 15mila voti presi a Cagliari (oltre il 26 per cento) avevano contribuito a far volare a Bruxelles Giulia Moi.

2015. Erano cominciate le grandi manovre per recitare un ruolo di primo piano alle elezioni Comunali di Cagliari, ma gli strascichi della mancata partecipazione alle Regionali avevano confermato le forti divisioni che hanno caratterizzato questi anni.

2016. Era arrivato il momento di eleggere il nuovo sindaco di Cagliari, ma gli attivisti non erano riusciti a fare pace e mettersi d’accordo. Si erano affidati alle Comunarie per scegliere che lista portare alle elezioni tra le due preparate. Da una parte la candidata sindaca Antonietta Martinez, sostenuta dalla deputata Emanuela Corda e dalla senatrice Manuela Serra, e dall’altra il candidato Emilio Floris (omonimo dell’ex sindaco), sponsorizzato dal senatore Roberto Cotti. I pochi voti degli iscritti alle Comunarie (207 in tutto) avevano portato alla candidatura della Martinez. Alle Comunali Zedda era stato confermato alla guida della città e l’aspirante prima cittadina M5s aveva incassato poco più di settemila voti, fermandosi sotto il dieci per cento: quel risultato aveva comunque permesso al Movimento di entrare per la prima volta a palazzo Bacaredda con Antonietta Martinez e Pino Calledda.

2017. I due compagni di banco in Consiglio comunale non hanno mai legato e si sono spesso trovati su posizioni distanti con Calledda più vicino ai colleghi del centrosinistra e Martinez più compatibile con quelli del centrodestra. La partecipazione di Calledda a una conferenza stampa con la maggioranza aveva scatenato le ire della collega, mentre il consigliere M5s aveva tentato più volte di prendere la guida del gruppo consiliare, ma la Martinez non gli aveva mai ceduto la fascia da capitano.

2018. L’anno scorso il Movimento ha raggiunto l’apice nel collegio uninominale di Cagliari alla Camera, con un voto su tre andato al velista Andrea Mura che è entrato a Montecitorio assieme a Pino Cabras e ai confermati Corda e Vallascas con Gianni Marilotti che ha guadagnato un seggio al Senato. Poi sono cominciati i problemi. È arrivato lo scandalo sulle assenze di Andrea Mura, che prima è stato espulso dal Movimento poi si è dimesso dall’incarico. Poco dopo è arrivata la condanna al candidato presidente della Regione, Mario Puddu, che era stato scelto dagli iscritti con una votazione online. Un altro duro colpo all’ascesa del Movimento, che aveva deciso di non puntare su Luca Piras, arrivato secondo dietro l’ex sindaco di Assemini, ma di far tornare alle urne gli iscritti. A quella selezione Piras non era neanche stato ammesso e la base aveva puntato su Francesco Desogus come candidato alla presidenza della Regione. Poi, a fine anno, è arrivata anche l’espulsione dal partito dell’eurodeputata Giulia Moi. Nel frattempo Luca Caschili era stato scelto per cercare di riconquistare il seggio lasciato vacante alla Camera da Andrea Mura. Anche in quel caso, niente era filato liscio perché la sua candidatura era stata annullata prima di essere riammessa grazie a un ricorso.

2019. L’anno è cominciato male perché nel collegio cagliaritano della Camera il seggio è stato attribuito ad Andrea Frailis: alle Suppletive il candidato del centrosinistra ha superato il 40 per cento mentre Caschili si è fermato sotto il 30. L’onda negativa è proseguita con le Regionali, dove il candidato di riserva Francesco Desugus a Cagliari non ha sfondato il muro del 10 per cento, con poco più di settemila voti, ma è arrivato il primo ingresso dei Cinque stelle in Consiglio regionale con sei eletti, tra loro i due cagliaritani Carla Cuccu e Michele Ciusa. Nel frattempo, all’interno del Movimento, c’è il consigliere comunale uscente Pino Calledda che ha organizzato una lista per candidarsi a sindaco mentre altre anime hanno cercato un candidato alternativo. Il nome più forte che circolava era stato di nuovo quello di Luca Caschili ma, vista l’aria che tirava, ha scelto di non bruciarsi. La scelta è poi ricaduta sul cardiochirugo Alessandro Murenu. Neanche questa volta si è riusciti a trovare un accordo per una lista unitaria. A pochi giorni dalla scadenza per la presentazione delle liste è dovuto intervenire lo staff nazionale per prendere le decisioni per conto degli attivisti locali: negli altri Comuni sardi al voto si conferma il candidato scelto sul posto, mentre per Cagliari l’opzione finale porta all’investitura del medico cagliaritano. Ma la sua candidatura è durata poche ore perché le sue posizioni sull’aborto e i diritti civili hanno portato Di Maio a prendere le distanze e decidere di non presentare nessuna lista alle Comunali del 16 giugno. Un pasticcio che ha alimentato le già forti tensioni interne: tante polemiche, ma nessun colpevole. E nessun candidato.

Marcello Zasso
@marcellozasso on Twitter

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share