Il collegio dei Probiviri del M5S ha espulso dal Movimento l’eurodeputata Giulia Moi, insieme con il collega Marco Valli e i senatori Gregorio De Falco e Saverio De Bonis. La comunicazione ufficiale sul blog delle Stelle in un post: “Violazioni dell’articolo 11 dello Statuto e dell’articolo 3 del Codice etico”, con l’aggravante, per il comandante De Falco, della parola “reiterate” che i Probiviri aggiungono nelle violazioni allo Statuto del quale, a parare del M5S, il senatore è responsabile.
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“La notizia della mia espulsione non mi sorprende affatto. Qualcuno tentò di escludermi dal Movimento già a pochissimi mesi dalla mia elezione al Parlamento europeo. Andai anche da Gianroberto Casaleggio, con il quale ho sempre avuto uno splendido rapporto, e già allora fu lui in persona a difendermi da questi frequenti tentativi di espulsione. Purtroppo assieme a Gianroberto, è scomparso anche il Movimento”. Sono le prime parole della Moi alla notizia dell’espulsione. “Avevo già deciso di autosospendermi per via di alcune vicende personali che ritenevo potessero in qualche modo ledere l’immagine del Movimento, ma in seguito a questa mia scelta ho assistito con sconcerto e grande delusione, personale prima che politica, a casi ben più gravi che riguardavano altri eletti per i quali non c’è stato alcun provvedimento da parte dei vertici. Non siamo stati eletti per diventare mestieranti della politica; la nostra missione doveva essere un’altra”, attacca.
L’articolo 11 dello Statuto del Movimento, tra le motivazioni che fanno scattare le sanzioni da parte dei Probiviri, cita: “La perdita dei requisiti di iscrizione al MoVimento 5 Stelle; gravi violazioni dei doveri previsti dal presente Statuto e dal Codice etico; mancanze che abbiano provocato o rischiato di provocare una lesione all’immagine od una perdita di consensi per il Movimento 5 Stelle, o ostacolato la sua azione politica; per gli iscritti eletti ad una carica elettiva, per gravi violazioni degli impegni assunti all’atto di accettazione della candidatura; il rilascio di dichiarazioni pubbliche relative al procedimento disciplinare medesimo”. L’articolo 3 del Codice etico indica i doveri che, un eletto al Movimento, è tenuto a rispettare. Tra questi, a votare la fiducia, ogni qualvolta ciò si renda necessario, ai governi presieduti da un presidente del consiglio dei ministri espressione del M5S”. Obbligo che, nel caso di De Falco e De Bonis, è venuto meno sul voto al Senato del decreto sicurezza.