M5s, Beppe Grillo attacca Alessandra Todde sulle rinnovabili: “Ci vuole il carbone del Sulcis”. Ma il bersaglio è Giuseppe Conte 

di Andrea Tramonte

Alessandra Todde finisce nel mirino del blog di Beppe Grillo: un attacco collaterale, feroce alla presidente della Regione nell’ambito della guerra dell’ex comico 76enne contro Giuseppe Conte per l’egemonia sul M5s. E lo ha sferrato su un tema delicatissimo, sul quale Todde si gioca una buona fetta dei suoi consensi: quello delle rinnovabili. L’attacco è ironico, paradossale come da prassi. “Chiudete i ventilatori che c’è vento” dice il titolo del post. “Finalmente un po’ di verità su questo ambientalismo da strapazzo: e basta con il vento, il sole, il fotovoltaico! Ci vuole il carbone! Abbiamo capito finalmente che ci vuole il carbone anche un po’ zolforato come quello di Sulcis!”, scrive il comico genovese in un tripudio di punti esclamativi.

Grillo prende di mira la scelta della Giunta regionale di cercare la via di una moratoria sui nuovi impianti in modo da individuare prima le aree idonee (e quelle non idonee) dove installarli ed evitare di far muovere le imprese in un vuoto normativo che inevitabilmente porta al caos. Un attacco paradossale quello di Grillo, perché Todde ha sempre ribadito un punto non negoziabile: la transizione energetica va fatta, l’uscita dal carbone e dalle fonti fossili non è più rimandabile. In questo momento la presidente della Regione è pressata da più fronti: da quei cittadini genuinamente preoccupati dalla possibilità di una speculazione economica su eolico e fotovoltaico, da chi la transizione non ha interesse a portarla avanti o cerca di rimandarla per privilegiare altre fonti di energia, da chi cavalca il tema per indebolire lei e la sua Giunta. E quindi le parole di Grillo fanno ancora più male: fonti vicine alla presidente hanno puntato il dito contro “post senza sapere di che parla” e – pur senza una risposta esplicita di Todde – ha ribadito le posizioni che incarna: “La transizione ecologica si deve fare e si farà, come abbiamo già detto più volte. Ma senza calpestare ambiente, paesaggio e territorio. Ed evitando che venga consumato ulteriore suolo. Per i sardi e la Sardegna, l’ambiente e il paesaggio sono beni primari e identitari. E questo è un valore fondante anche per la comunità 5stelle che Todde sta rappresentando al governo della Regione. La transizione energetica deve esser fatta e noi faremo, ma dove e come decidono i sardi. La Sardegna chiuderà le centrali a carbone e renderà i sardi autonomi dal punto di vista energetico”. 

Nello scontro tra Grillo e Conte Alessandra Todde aveva preso esplicitamente le parti dell’ex premier, accusando il comico di un approccio “padronale” verso il movimento: “Quando si vedono atteggiamenti di un singolo che vorrebbe imporre i temi della discussione, è giusto che la comunità di reagisca. E lo ha fatto”. Ora ha reagito anche il comico, che evidentemente se l’è legata al dito e nel conflitto con Conte ha puntato al bersaglio grosso: non solo la persona ma anche la strategia. 

Conte non ha rinunciato all’idea di tornare a Palazzo Chigi da presidente del Consiglio. Una delle ragioni per cui in queste settimane ha “rotto” il cosiddetto campo largo è per indebolire Elly Schlein usando come pretesto Matteo Renzi, che ha identificato nella leader del Pd la candidata naturale alle prossime elezioni Politiche. Lo schema che sembra avere in mente l’ex avvocato del popolo è quello di ottenere la guida della coalizione nonostante le percentuali diano i 5 stelle a meno della metà dei voti del Partito Democratico. In questo senso – con le dovute differenze in termini di numeri e rapporti di forza – Alessandra Todde rappresenta un esperimento riuscito: ha guidato la coalizione di centrosinistra alle Regionali con la rinuncia del Pd sardo a esprimere un suo candidato nonostante i consensi maggiori rispetto a M5s (e a costo di una spaccatura che ha portato a una scissione dolorosa, quella soriana, che proprio su questo si è consumata). L’altra ragione che ha portato Conte a insistere su una differenziazione rispetto ai Dem è proprio l’irrequietezza di Grillo, che vorrebbe tornare ai 5stelle delle origini e non sposare esplicitamente, definitivamente un campo politico (in questo caso il centrosinistra) e togliere dalla naftalina certe parole d’ordine antisistema. Grillo quindi cerca di indebolire quella che è il fiore all’occhiello della strategia contiana, incarnata nella prima presidente di Regione dei cinquestelle. 

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