Esordio da dimenticare per Annamaria Tomasella, manager veneta di Conegliano, quota Lega, fortissimamente voluta da Christian Solinas alla guida dell’Ares, cioè la nuova Ats della Sardegna: oggi è successo che i dipendenti della Asl di Cagliari non hanno visto accreditato lo stipendio malgrado sia 27 gennaio, giornata sacra per chi è a libro paga dello Stato.
Cosa sia successo tecnicamente, è solo un dettaglio. Quello che conta è il clamoroso epilogo in una pubblica amministrazione, roba che a memoria d’uomo nessuno ricorda, nemmeno quando il centrosinistra, nella passata legislatura, aveva rivoluzionato la sanità isolana cancellando le Aziende sanitarie e portando tutto sotto l’ombrello dell’Ats.
La riforma di Solinas – annunciata con toni trionfali in campagna elettorale (uno dei motivi per cui il centrodestra ha vinto le elezioni) – non sposta di una virgola il pagamento degli stipendi che resta centralizzato, anche se adesso a versare la retribuzione non è più l’Ats ma l’Ares, l’Azienda regionale della salute.
Era ora di pranzo quando il mezzo disastro ha cominciato a diventare certezza diffusa: niente accredito sul conto bancario dei dipendenti che lavorano a Cagliari e nel Sud Sardegna, inclusi quindi gli ospedale di Isili e Muravera. Quanto è bastato per far scattare il tam tam aziendale, nell’intera Asl 8, non senza battute al vetriolo nei confronti della manager veneta che è arrivata in Sardegna lasciando anzitempo il Molise, dove la Lega l’aveva scelta come sub-commissario.
Vista l’agitazione, dalla direzione generale guidata dalla Tomasella è partita una nota rassicurante in cui veniva precisato “il concreto bonifico nella data odierna, 27 gennaio, o al più tardi entro domani 28”. Vuol dire che molti dipendenti vedranno lo stipendio solo lunedì, perché una casa è fare il bonifico, altra è vedersi accreditare i soldi sul conto. Cioè averne la disponibilità.
Di scuse ai dipendenti, nemmeno l’ombra. Non c’è stata neppure alcuna piccola ammissione di colpa sul ritardo destinato a fare storia e che, a rigor di logica, l’Ares avrebbe dovuto annunciare prima di far preoccupare i lavoratori. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, c’è da preoccuparsi non poco per il futuro della sanità sarda, già agonizzante.
Lei, la manager di Conegliano, appena ha preso servizio è stata intervistata da La Nuova Sardegna. Al giornale di Sassari, il 6 gennaio scorso, ha detto: “Meno spese per la sanità ma garantendo un servizio migliore”. Chissà se alla Tomasella riuscirà il miracolo. Oggi ne ha fatto uno, ma di tenore diverso.
Alessandra Carta