Francesca Barracciu: “L’emendamento Soru sulle donne riporta al Medioevo”

Altro che “parità”. Soru ha contribuito ad affossare la doppia preferenza. E ora presenta un emendamento che ci riporta al Medioevo. Durissimo attacco della europarlamentare all’ex governatore

“Un emendamento che riporta la parità di genere, le donne e l’elaborazione politica su questi temi al Medioevo”. Così Francesca Barracciu, europarlamentare e vicesegretario regionale del Partito democratico, sull’emendamento alla legge elettorale annunciato dall’ex governatore, e suo compagno di partito, Renato Soru, dopo la bocciatura della doppia preferenza di genere. Emendamento che prevede, per le donne, una “quota garantita” pari a un terzo dei consiglieri (dunque 20 su 60).

Non è il primo scontro tra i due potenziali candidati alle primarie del centrosinistra e, dunque, al governo della Sardegna nelle elezioni regionali della primavera del 2014. Alcuni mesi fa ne scoppiò un altro, durissimo, quando sulla pagina Facebook “Sardi per Soru presidente” apparve un attacco alla Barracciu che all’epoca non aveva ancora optato per Bruxelles. Questa volta è l’europarlamentare a prendere l’iniziativa.

L’innesco della polemica è stato un post – pubblicato stamani sulla pagina Facebook di Marina Spinetti – dedicato al dibattito del consiglio regionale sulla nuova legge elettorale: “Posso dire, anche se impopolare, che, mentre la doppia preferenza di genere mi trovava concorde (…) l’emendamento Soru (lo chiamo così per semplificare) mi pare offensivo? Nei numeri e soprattutto nel metodo. Questo sì che è da inaccettabile riserva indiana”.

Il post ha scatenato un dibattito intensissimo (a fine serata i commenti stavano per raggiungere quota 100) nel corso del quale hanno detto la loro numerosi militanti ed esponenti del Pd isolano. Tra cui la presidente dell’assemblea regionale del partito Valentina Sanna (d’accordo con l’impostazione della Spinetti) e il segretario provinciale di Cagliari, il “civatiano” Thomas Castangia (favorevole all’emendamento Soru).

Quindi è arrivato il lunghissimo post della Barracciu (poi riproposto dall’europarlamentare nella sua pagina Facebook, dove il dibattito si è esteso ad altri dirigenti del Pd).

La Barracciu contesta alla radice l’emedamento Soru. Proprio perché l’idea delle “quote”, sostiene, non solo è superata, ma è di dubbia costituzionalità. Perché – al contrario della doppia preferenza di genere – in qualche modo “precostituisce il risultato”. Fin qui l’argomentazione di carattere tecnico. Ma è sul piano politico che arriva l’affondo più duro.

Scrive la Barracciu: “Ne ho visti tanti in questi anni, fior fiore di progressisti uomini, esprimersi contro proposte serie e concrete sui temi della parità usando ad arte l’argomento della presunta insufficienza a raggiungere gli scopi e, con tanto di faccia tosta, proporre alternative definite più avanzate ma in realtà inapplicabili e demagogiche e adattissime allo stile Gattopardesco del cambiare tutto per non cambiare nulla”. E ancora: “Da tutti gli esponenti del centro sinistra e del Pd mi sarei aspettata quindi una difesa strenua, che in parte c’è stata, della doppia preferenza di genere in quanto elaborazione e patrimonio delle donne e in modo particolare delle donne del PD. Mi aspettavo che tutti, Soru compreso, si attestassero a rappresentarci tutte e a rappresentare la nostra volontà”.

Detto questo, la Barracciu risponde a quanti, in una serie di commenti, avevano sostenuto che l’emendamento Soru, benché non risolva il problema determinato dalla bocciatura della doppia preferenza, è perlomeno un tentativo di garantire un certa presenza alle donne. E solo per questo va apprezzato. No, risponde la Barracciu, perché lo stesso Soru, nel dibattito consiliare, si è espresso in modo negativo rispetto alla doppia preferenza di genere. In pratica, Soru ha prima contributo (col proprio intervento critico) ad “affossare la doppia preferenza” e poi ha proposto l’emendamento “riserve indiane”.

La polemica arriva quando il centrosinistra è in fermento per la definizione delle candidature alle Primarie (previste per settembre). Ufficialmente l’unico aspirante governatore è Roberto Deriu. Ma i nomi di Francesca Barracciu e di Renato Soru (assieme a quello del segretario regionale Silvio Lai) continuano a essere ai primi posti nel toto-candidato.

La Barracciu non ha detto ancora nulla sulle sue intenzioni. Renato Soru ha fatto trapelare qualcosa un mese fa quando, alla fine di un incontro della direzione regionale, ha fatto sapere che questa volta, al contrario di quanto fece per il caso Saaatchi & Saatchi (dal quale è uscito assolto) non intende aspettare il responso della magistratura. Si riferiva al processo a suo carico per evasione fiscale già fissato per il maggio del 2014. Soru, inoltre. è coinvolto assieme a due dirigenti di Tiscali in un’altra inchiesta giudiziaria per “false comunicazioni sociali“.

Per una curiosa coincidenza, furono proprio la Barracciu e Soru i “finalisti” nelle “primarie virtuali” realizzate nell’autunno scorso da Sardinia Post. Il ballottaggio fu vinto dalla Barracciu. Ma allora nessuno immaginava che dal virtuale si sarebbe passati tanto rapidamente al reale.

Quanto alla legge elettorale, il dibattito prosegue martedì prossimo. E’ allo studio da parte di alcune esponenti del Partito democratico un emendamento per riproporre la doppia preferenza di genere.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share