Le quote sarde per il debito pubblico: “Siamo un’Isola, il Governo rinunci ai nostri soldi”

Il presidente Christian Solinas cerca risorse in più per la prossima Finanziaria e insieme all’assessore alla Programmazione, Giuseppe Fasolino, ha chiesto alla premier Giorgia Meloni un azzeramento degli accantonamenti, ovvero i soldi che lo Stato chiede ogni anno alle Regioni a copertura del debito pubblico.

In ballo ci sono 306,4 milioni di euro di entrate tributarie che Roma deve alla Sardegna, ma sono ferme alla Ragioneria dello Stato come quota accantonamenti. “Ritengo – spiega Solinas – che questo contributo non sia oggi più giustificabile nelle more di una definizione della compensazione finanziaria della questione insulare, considerando anche le criticità dell’attuale contesto economico, amplificate in Sardegna dai divari già esistenti collegati alla condizione geografica”.

Per il governatore, Roma deve tener conto degli oneri crescenti che la Sardegna deve sostenere, visto che sono a carico della Regione, le spese di sanità e trasporti. E il solo funzionamento dell’assistenza medica e ospedaliera porta via la metà del bilancio. Solinas ha così chiesto “l’apertura di un tavolo di confronto a Palazzo Chigi su temi strettamente legati alle politiche di sviluppo del prossimo triennio”. Sugli accantonamento aveva fatto una grossa battaglia a Roma anche la precedente Giunta di Francesco Pigliaru, attraverso il titolare della Programmazione, Raffaele Paci.

Ha detto Fasolino: “L’azzeramento degli accantonamenti ci darebbe più spazio e più respiro per affrontare al meglio le sfide future e andrebbe ad aggiungersi agli importanti risultati ottenuti nel corso della legislatura”. La trattativa con Roma ovviamente avrà tempi lunghi, mentre la Finanziaria del 2023 deve essere approvata in tempi rapidi per evitare l’esercizio provvisorio, il che significa spese in dodicesimi.

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