L’Agenzia sarda delle entrate si farà. Paci: “A breve un disegno di legge”

L’Agenzia sarda delle entrate ha segnato il dibattito nella seconda giornata di aula dedicata all’esame della Finanziaria 2015.

È praticamente a metà l’esame della Finanziaria 2015. Sono in tutto 30 articoli, di cui 12 già votati quanto le otto di sera. Lo schema è uguale da ieri: la maggioranza sta blindando la manovra, senza strappi. Contraria, sempre in blocco, l’opposizione. Ma a segnare la giornata odierna non è stato solo il via libera al mutuo da 700 milioni per il piano delle opere pubbliche da spalmare in otto anni (qui il contenuto). Lo scontro tra schieramenti si è acceso sull’Agenzia delle entrate, per la quale è arrivato poi l’impegno formale dell’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci: “Stiamo lavorando a un disegno di legge“.

In Aula la battaglia è cominciata quando la consigliera del Cd, Anna Maria Busia, ha deciso di ritirare l’emendamento per l’istituzione dell’Agenzia, perché “abbiamo fiducia – ha detto – nell’impegno personalmente assunto dall’assessore”. Ma a quel punto Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, ha fatto scattare la controffensiva politica, facendo propria la richiesta di modifica presentata dalla Busia e chiedendo il voto segreto.

Da lì è nato uno scontro duro. La Busia, in una nota arrivata nel pomeriggio, ha scritto: “Forse l’opposizione pensava di mettere in difficoltà questa maggioranza, appropriandosi della nostra proposta, ma nessuno di noi si è preoccupato per questo. Il progetto di una nuova fiscalità sarda, che rivoluzionerebbe le modalità di accertamento e riscossione dei tributi statali a pertinenza della Regione, resta in piedi ed è ora rafforzato dall’impegno presto dalla Giunta con tutta la maggioranza”.

Una posizione, questa, confermata dallo stesso Paci con una nota ufficiale arrivata in serata. “L’Agenzia sarda delle Entrate – si legge – è un preciso impegno preso da questo Esecutivo e messo nero su bianco nel programma elettorale. Stiamo infatti lavorando a un disegno di legge che nelle prossime settimane arriverà in Giunta. Terremo conto delle posizioni espresse dalle forze politiche che promuovono il raggiungimento di questo obiettivo”. Ciò vuol dire “studiare tutte le variabili, scegliere la soluzione migliore e infine rispettare i percorsi tecnici e istituzionali“. Ovvero la Vertenza entrate aperta col Governo e lo stesso accordo firmato in estate sul pareggio di bilancio e la cancellazione dei vincoli di spesa previsti dal patto di stabilità, come succederà a partire da quest’anno (si potranno spendere tutti i 7,9 milioni inseriti nella manovra).

L’emendamento della Busia era firmato anche dai consiglieri di Sel e Pds. E proprio in quota Partito dei Sardi interviene Augusto Cherchi che parla di “magra figura fatta da Pittalis“. Ma il capogruppo non ci sta. E spiega: “Abbiamo chiesto il voto segreto provocatoriamente, proprio per misurare la tenuta della maggioranza. Infatti è venuto fuori che il centrosinistra non vuole l’Agenzia: i sì son stati appena 8 contro i 48 no”. Pittalis aggiunge ancora: “La magra figura l’hanno fatta la consigliera Busia e il centrosinistra tutto, nel momento in cui hanno forzato la mano su una proposta al momento non gradita dalla Giunta, visto che l’Agenzia delle entrate non è stata inserita nel testo varato a dicembre dall’Esecutivo”.

A prendere posizione è pure Daniele Cocco, capogruppo dei vendoliani nell’Aula di via Roma. “L’emendamento presentato dalla consigliera Busia ci ha permesso di ottenere l’impegno netto della Giunta su un tema di primaria importanza e per il quale lavoreremo subito dopo l’approvazione della manovra”.

Contro Pittalis e il centrodestra si schiera anche Franciscu Sedda, il segretario del Pds, che da presidente del comitato “Fiocco verde” propose l’Agenzia delle entrate già nel 2011 raccogliendo 31mila firme a sostegno dell’iniziativa. Sedda spiega: “Poco tempo fa, come Pds abbiamo anche consegnato alla Giunta un’ipotesi di testo normativo. Ma la via da seguire è certamente quella di una legge organica che parta appunto da un ddl dell’Esecutivo. Noi crediamo che dal 1° gennaio 2016 si possa istituire l’Agenzia per avviare quel complicato processo che porterà la Sardegna alla gestione autonoma delle entrate”.

Il Pds immagina un percorso a tappe. “In una prima fase – continua il segretario – compito della Regione sarà monitorare i flussi del gettito e studiare un software. Nella fase immediatamente successiva si può procedere con la riscossione dei tributi volontari, come quelli dei Comuni, ma anche i bolli auto. Sarà importante individuare poi tutta quella ricchezza che viene prodotta in Sardegna e sfugge al nostro fisco. Questo per arrivare, come ultimo passaggio, alla totale indipendenza da Roma in materia fiscale, come previsto dall’articolo 9 del nostro Statuto”. Sedda conclude così: “È palesemente fallito il tentativo del centrodestra di riprendere in Aula l’emendamento presentato da Pds, Sel e Cd. Forza Italia e alleati non hanno avuto nemmeno il coraggio di votare segretamente l’Agenzia, visto che a favore della proposta sono arrivati solo 8 voti, mentre la minoranza da sola ne conta 24″.

Una nota la firma pure Gavino Sale. Il consigliere di iRs si mantiene distante dalla battaglia. “In merito a quanto accaduto durante la discussione della legge finanziaria, cioè la bocciatura dell’emendamento presentato dall’onorevole Pittalis e precedentemente ritirato dalla consigliere proponente Busia, intendiamo chiarire che iRs non ritiene opportuno discutere di un tema così fondamentale attraverso un semplice e riduttivo emendamento“. Sale quindi chiarisce: “L’Ente sardo di riscossione è da sempre sostenuto da iRs che lo ho messo al centro del proprio programma elettorale e per questo ci impegneremo affinché un disegno di legge in materia, come sostenuto dalla Giunta, venga portato in discussione nel più breve tempo possibile garantendo alla nostra Isola la gestione diretta delle entrate”.

Sul voto in Aula tuona ProgReS: “Oggi – si legge in una nota – si è consumato l’ultimo tradimento a danno dei cittadini sardi, un tradimento che costerà molto caro allo sviluppo e alle speranze di ripresa della nostra Isola.
Incredibilmente il Consiglio regionale ha bocciato l’Agenzia isolana delle entrate e ha invece autorizzato la Giunta a contrarre ulteriori 700 milioni di debiti. E tutto questo è stato fatto nella maniera più subdola: a scrutinio segreto. Siamo al solito servilismo e dipendentismo della nostra classe dominante. L’Agenzia sarda delle entrate permetterebbe di riscuotere e trattenere in Sardegna tutte le imposte che in maniera illegale lo Stato italiano sottrae alla nostra Isola, per un valore certamente più alto di 1 miliardo all’anno. A tal proposito giova ricordare che ormai da quasi tre anni giace abbandonata, in qualche cassetto del Consiglio, una legge di iniziativa popolare, firmata da oltre 30mila sardi, alla cui raccolta ProgReS contribuì in maniera decisiva”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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