La sanità del centrodestra: poche cure ai sardi, in due anni -41% di visite

Il centrodestra prova a correre ai ripari dopo due anni di sfascio sanitario. Il 27 gennaio scorso la Giunta di Christian Solinas ha varato, su proposta dell’assessore Mario Nieddu, il Piano di recupero per le liste d’attesa stanziando 13.672.877 euro. Obiettivo: garantire ai sardi le cure e le visite mediche cancellate nel 2020 e in parte nel 2021. Adesso sulla mancata assistenza medica e ospedaliera si conoscono le cifre precise.

Era evidente da subito che quei 13 milioni e rotti dovessero servire a coprire una falla. Ma solo guardando i numeri allegati alla delibera del 27 gennaio, si capisce quanto grande sia la voragine nella sanità isolana, un buco nero dovuto anche alla cattiva gestione della pandemia, con Solinas e alleati che hanno preferito tagliare cure e controlli anziché organizzare in sicurezza l’assistenza.

Il primo macro dato è che nel 2020, primo anno della pandemia, è stato erogato il 72,77 per cento delle prestazioni assicurate nel 2019. Vuol dire che ogni 10 visite, quasi 3 sono saltate. Nel 2021 è andata un po’ meglio: sempre prendendo a riferimento il totale del 2019, la copertura sanitaria è stata garantita nell’86,3 per cento dei casi. Ma sommando il -27,23 per cento del 2020 e il -13,7 del 2021, si arriva a un calo del 40,93 per cento in due anni.

Il dato peggiore è quello di Anestesia che si traduce nella cancellazione di centinaia di operazioni chirurgiche: a fronte delle 148.623 prestazioni del 2019 si è passati alle 137.502 del 2020 per poi precipitare alle 50.132 del 2021. Ma scorrendo tutta la tabella 1 allegata alla delibera del 27 gennaio si ricavano quella pesante flessione nell’assistenza. Dalla Cardiologia all’Urologia è un susseguirsi di assistenza medica e ospedaliera non garantite ai sardi.

A fare impressione è anche l’Oncologia, il cui trend risulta addirittura in controtendenza rispetto alla minima ripresa registrata nel 2020 in tante specialità mediche: nella cura dei tumori, invece, le prestazioni sono andate sempre diminuendo con conseguenze facilmente immaginabili a danno dei pazienti. Dalle 47.631 attività del 2019 si è scesi alle 36.014 del 2020 per arrivare alle 34.873 del 2021. Significa che non tutti i malati sono riusciti a sopravvivere ai ritardi della sanità sarda.

Come raccontato da Sardinia Post nei giorni scorsi, il recupero delle prestazioni si dovrebbe vedere dopo due mesi dall’attivazione del Piano per le liste d’attesa, è scritto nella stessa delibera di gennaio. Il problema, però, sono le conclusioni contenute nel documento che accompagna la spesa dei 13 milioni di euro. Nel giro di poche righe si legge infatti il miglior auspicio ma anche il suo contrario: “Le risorse attribuite dall’Amministrazione regionale
saranno utilizzate al meglio anche attraverso la definizione di Piani operativi per singola Asl.
Tuttavia, l’imminente avvio della riorganizzazione delle Aziende del servizio Sanitario”, unitamente al “grandissimo impegno richiesto sia alle segreterie Cup (Centro unico di prenotazione) per i programmi vaccinali dell’intera popolazione sarda, potrebbe rallentare la ripresa dell’attività ambulatoriale rispetto a quanto inizialmente previsto”.

Insomma, se le cose stanno come scritto nell’allegato alla delibera di Giunta, i 13 milioni non faranno il miracolo. Men che meno in tempi brevi. (al. car.)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share