Disastro sanità, liste d’attesa da smaltire: soldi a ospedali e cliniche private

Arriva una valanga di soldi per smaltire le liste d’attesa, uno dei mali della sanità sarda. La delibera è stata approvata dalla Giunta regionale nella seduta del 27 gennaio su proposta dell’assessore Mario Nieddu. Lo stanziamento totale è di 13.672.877 euro.

Le liste d’attesa sono un buco nero della sanità da un numero incalcolato di anni. Ogni Giunta promette il miracolo che, puntualmente, non avviene. Con il Covid e gli ospedali prima travolti dal virus, la situazione è peggiorata di molto: sono divenuti insostenibili i tempi tra la prenotazione della visita al Centro unico Cup e l’appuntamento, la sanità sarda non sta riuscendo a curare più i propri pazienti.

Da qui la decisione della Giunta Solinas si investire un supplemento di risorse inserendo nel piano di recupero, come prevede la legge nazionale, anche le strutture private. Di quei oltre 13 milioni di euro, alle cliniche accreditate con Servizio sanitario regionale vanno 2.078.070 euro (15,19%). I restanti 11.594.807 euro sono appannaggio degli ospedali pubblici.

L’assegnazione del fondo ai privati sarà compito di Ares, la nuova Ats che dovrà dividere le risorse “in una percentuale corrispondente al 60 per cento (pari a euro 1.246.842)” per le viste “di specialistica ambulatoriale”, mentre il restante 40 per cento (pari ad euro 831.228) andrà a coprire “le prestazioni ospedaliere”, ovvero i ricoveri nelle strutture convenzionate. Così è scritto nella delibera 3/4 del 27 gennaio.

Lo schema finanziario approvato dalla Giunta

Quanto alla nuova liquidità per le strutture pubbliche, la ripartizione è già stata decisa. Gli 11,5 milioni andranno a “undici Aziende sanitarie”, di cui otto Asl, le due Aou di Cagliari e Sassari e il Brotzu, “secondo i criteri di ripartizione del Fondo sanitario regionale, sulla base dei costi della produzione”, si legge nella stessa delibera. Significa che le Aziende con più volumi di prestazioni hanno ottenuto maggiori risorse.

Il segnale sul miglioramento delle liste d’attesa deve arrivare nel giro di due mesi. “Tutte le Aziende sanitarie – è scritto ancora nell’atto del 27 gennaio – provvedono, nel termine di 60 giorni dall’approvazione della presente deliberazione, alla rimodulazione del proprio Piano per il recupero delle liste di attesa”. Questo passaggio dovrà avvenire attraverso un nuovo documento programmatorio in cui indicare “l’utilizzazione delle risorse assegnate nonché il numero e la tipologia di prestazioni rimaste indietro e da eseguire”. (al. car.)

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