“Meno tasse alle imprese per creare lavoro, famiglia tradizionale formata da uomo, donna e figli e il nuovo piano Marshall, come proposto dal presidente Berlusconi, per aiutare i migranti a casa loro”. Così Emilio Floris, senatore uscente e ricandidato a Palazzo Madama da capolista di Forza Italia nel collegio regionale unico, riassume il programma del centrodestra. “Un programma – dice – che può attrarre l’intero elettorato moderato, anche quello che alle Politiche del 2013 ha votato per il centrosinistra”.
Senatore, stando ai sondaggi diffusi sino a dieci giorni fa, il 4 marzo non vincerà nessuno, nemmeno voi.
Non è detto: siamo vicinissimi al 40 per cento. E comunque già così avremmo una maggioranza, in caso di risultato omogeneo su tutto il territorio nazionale. Questi ultimi cinque giorni che ci separano dal voto del 4 marzo sono decisivi per vincere i collegi uninominali in bilico. Ritengo che il popolo ci concederà di nuovo la fiducia.
State riproponendo la stessa riforma liberale che nel ’94 vi fece vincere per la prima volta e invece avete sempre e solo promesso. Perché mai adesso dovreste riuscire a centrare l’obiettivo?
Preciso che gli anni di governo effettivi sono stati dieci, seppure spalmati in quasi venti. Ma stavolta sarà diverso perché la coalizione è realmente unita. E oltre a Forza Italia mi riferisco a Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia: abbiamo messo nero su bianco tutti i punti del programma, in modo da facilitarne la realizzazione.
In buona sostanza sta dicendo che Berlusconi è stato un leader debole, tanto da non essere riuscito a imporsi sugli alleati.
Non sto dicendo questo. In passato è successo che facevano parte della coalizione persone che solo a parole stavano con noi. Di fatto i vari Fini e Casini ostacolavano il raggiungimento degli obiettivi.
A dicembre 2016 il centrodestra ha votato ‘no’ alla riforma costituzionale di Renzi. Ma adesso volete la flat tax che va contro uno dei principi della Carta, ovvero la tassazione progressiva.
Non c’è altro modo per creare nuova occupazione, che è il tema centrale del nostro programma elettorale: il problema dell’Italia non sono solo le imprese che chiudono, ma anche quelle che delocalizzano. La Fiat si è spostata tra Inghilterra e Olanda, Luxotica è andata a Parigi, la Whirlpool ha deciso di trasferirsi in Slovenia. Stiamo perdendo posti di lavoro perché sono diventati insostenibili i costi per mandare avanti un’azienda. Con la flat tax, invece, ci sarà un’imposta unica per tutti, oltre i 12mila euro di reddito. Ma sopra questa soglia è prevista una riduzione della quota imponibile per le famiglie più numerose.
Avete dimenticato che in Italia cresce il numero dei single.
Oggi non si fanno più figli proprio perché mancano lavoro e soldi. Questa è la tendenza che dobbiamo invertire: non è pensabile che la povertà aumenti ancora. Senza certezze sul futuro nessuno mette su famiglia.
Quale famiglia?
Quella tradizionale ovviamente. Cioè uomo, donna e figli.
Lei è contro le unioni civili?
La posizione del centrodestra sul punto è stata ampiamente dimostrata col voto in Parlamento, visto che Lega e Forza Italia si erano schierate contro. Personalmente non demonizzo le unioni civili. Ma la famiglia che io definisco normale, e lo dico tra virgolette, è formata da due persone di sesso diverso. Ho tanti amici omosessuali, maschi e femmine, e non li ho mai giudicati per la loro scelta. Anche perché i casi di rapporti non esemplari ci sono nell’una e nell’altra parte. Di certo sono scettico sul fatto che una coppia non etero possa adottare dei bambini: i figli hanno diritto a un padre e a una madre.
A proposito di Lega, perché Berlusconi non sopporta Salvini e non vuole che faccia il premier?
Questo è un interrogativo che non sottoscrivo né mi sento di confermare. Il presidente Berlusconi e il segretario della Lega hanno semplicemente caratteri diversi, ma nel centrodestra l’unità di intenti è piena, anche se le stesse cose vengono dette in modo diverso. E una cosa la diciamo già da ora: parallelamente alle rivendicazioni che la Lega farà per il Nord, i parlamentari sardi del centrodestra sosterranno la battaglia per il riconoscimento della condizione di insularità.
Con Salvini condividete la caccia all’uomo in tema di migranti?
Nessuna caccia all’uomo. Semplicemente l’Italia non può più sostenere una spesa così alta per l’accoglienza: stiamo parlando di quasi cinque miliardi annui. Se uno Stato spende così tanti soldi per i cittadini stranieri, non può aiutare i propri. Noi siamo pronti ad accogliere i richiedenti asilo, che però sono il dieci per cento rispetto ai 500mila irregolari. Bisogna fare come dice il presidente Berlusconi: per frenare le ondate migratorie serve un nuovo piano Marshall che aiuti i migranti a casa loro.
Lei si spiega perché Berlusconi, malgrado il suo curriculum giudiziario e politico, riesce ancora a spostare così tanti voti?
Malgrado alcuni obiettivi di governo non interamente raggiunti, il Presidente ha qualità superiori. E infatti gli avversari hanno sempre fatto l’errore di considerarlo finito ogni volta. Invece lui continua a esserci, a dare la carica a tutti: ai partiti e agli elettori.
Ricorda riforme fatte da Berlusconi?
Il presidente Berlusconi è stato il primo ad abolire l’Imu sulla prima casa e poi è stato copiato da Renzi. Il presidente aveva tagliato l’Irap, riformato la scuola, fatto approvare il Codice Urbani sulla tutela dei beni culturali e paesaggistici, per citarne alcuni esempi. Mi viene in mente anche la sospensione della leva obbligatoria. Indubbiamente non è riuscito a cambiare il sistema giudiziario, ma i risultati ci sono stati.
Non c’è governo , di centrodestra o di centrosinistra, che non abbia fatto una riforma della scuola. Ma l’istruzione pubblica, a sentire docenti e sindacati, sta solo sopravvivendo.
Non credo esista una riforma peggiore della Buona Scuola. Noi ci siamo candidati per cambiare l’Italia e lo faremo.
È vero che in Sardegna pezzi di Forza Italia stanno facendo la guerra a Cappellacci?
Se così fosse, significherebbe fare un danno anche a Emilio Floris e a tutti i candidati di Forza Italia.
Da ambienti politici vostri filtra che qualche problema interno ci sia realmente.
Come in ogni elezione ci possono essere degli scontenti. Nella provincia di Oristano sono emersi malumori per la mancata candidatura di un esponente azzurro locale. Ma sono sicuro che tutto rientrerà.
Crede che dopo il 4 marzo Forza Italia e Pd andranno al governo insieme?
Potrei fare bella figura e dire ‘no’, ‘giammai’. Ma non è mia abitudine pensare a quello che si potrebbe fare. Aspettiamo il risultato elettorale, poi si deciderà. Io non appartengo nemmeno alla categoria dei puristi in stile M5s. Anche se pure i Cinque Stelle hanno aperto alla possibilità di fare alleanze inventandosi questa trovata della convergenza programmatica.
Lega e M5s al governo come li vedrebbe?
Mi pare un matrimonio impossibile. Non vedo punti di contatto. Di Maio, peraltro, non mi sembra nemmeno in grado di scrivere un programma elettorale, figuriamoci di condividerlo.
Pensa che sia teleguidato?
Su questo non ho dubbi. Ma sono preoccupato perché non ci capisce chi ci sia dietro il movimento e per quali interessi.
Si dice, per esempio, che la proposta sui migranti l’abbiamo scritta alcuni professionisti di ong vicine al magnate ungherese Soros.
È il nome che si fa. Ma credo ci sia dell’altro che, però, non viene fuori. Noi, comunque, pensiamo alla nostra alleanza. Ed è fortissima questa del 4 marzo che in Sardegna può contare anche sul Psd’Az. Penso pure ai voti che ci arriveranno dai Riformatori: mi è dispiaciuto molto che siano rimasti fuori dalla corsa elettorale. Sono una risorsa fondamentale per il centrodestra.
Parla così perché tra anno sarà lei il candidato governatore della coalizione?
Le Regionali non sono un mio obiettivo. Ci sono tanti candidati, soprattutto autocandidati. A me, invece, lo chiedono, sollecitano un impegno, benché io non sia interessato.
Tra gli autocandidati si fa il nome di Cicu.
Salvatore avrebbe le carte in regola per farsi scegliere. Invece si propone, ma non è l’unico, ce ne sono tanti.
Domenica prossima in quali collegi uninominali della Camera pensate di vincere tra i sei della Sardegna?
In tutti.
Vale la stessa risposta anche per le tre circoscrizioni del Senato?
Sì, la conti unica.
Dove chiuderete la campagna elettorale?
Non ci sarà alcuna chiusura, perché siamo solo all’inizio di una lunga maratona che ci porterà sino alle Regionali del 2019.
Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)