Si annuncia un dibattito spinoso quello attorno alla variazione da 300 milioni di euro contenuta nella legge Omnibus. Il provvedimento ha mosso i primi passi in Consiglio regionale e tra gli schieramenti cominciano a emergere divisioni. La discussione generale è stato l’antipasto di quello che potrebbe accadere durante l’esame degli articoli anche se l’assessore regionale al Bilancio, Giuseppe Fasolino, ha voluto precisare la sua posizione che prevede “accelerare e fare una valutazione attenta delle risorse che potrebbero risultare non spendibili entro l’anno”.
L’esponente della Giunta non ha dubbi sul fatto che “la proposta di legge va migliorata”, affidando questo compito al Consiglio regionale, ma ha ricordato anche gli aspetti positivi di un provvedimento che distribuisce ” ristori per alcune categorie finora escluse dagli aiuti Covid” e che prevede che “gli enti locali possano intervenire sulle loro comunità in tanti campi”.
Ritorna in auge la polemica sui 20 milioni di euro destinati al Mater Olbia, argomento sul quale è quasi certo un clima rovente durante il dibattito. I capigruppo intervenuti nel merito della legge. Franco Mula (Psd’Az) ha detto che “tutto il provvedimento omnibus rincorre le emergenze”, e ha lanciato un appello alle opposizioni: “Sediamoci e vediamo che cosa si può modificare, quali correzioni possono essere apportate, a nessuno serve ritardare ancora”. Francesco Agus (Progressisti) ha ricordato che “noi eravamo a disposizione per approvare alcune misure già ad agosto. Ora faremo le nostre valutazioni e avanzeremo le nostre proposte articolo per articolo”.
Il capogruppo del M5s Michele Ciusa ha parlato di legge confusionaria che renderà vane le misure in essa contenute. Gianfranco Ganau (Pd) è convinto che “siamo di fronte a un atto di arroganza da parte della Giunta che non si assume la responsabilità del provvedimento facendolo sottoscrivere ai capigruppo”. Daniele Cocco (LeU) ha annunciato la presentazione di 250 emendamenti anche perché , ha spiegato,”non ci sono risposte sulla difficoltà della sanità nuorese né sull’epidemia da bue tongue”.