«La scelta della giunta Pigliaru, che nella seduta di ieri mattina ha deciso di ritirare sei ricorsi pendenti contro lo stato italiano, è puro autolesionismo politico». Lo ha dichiarato Gianluca Collu, segretario nazionale di ProgReS Progetu Repùblica, circa la rinuncia della giunta Pigliaru ai ricorsi contro lo Stato. «Gli unionisti sardi dimostrano per l’ennesima volta il totale asservimento allo stato italiano. Continuano a propinare ai sardi la favoletta del “governo amico” con il quale se si fa da bravi, tenendo la testa bassa, si verrà ricompensati con qualche magnanima concessione, come se i diritti e la dignità dei sardi, fossero semplice merce di scambio».
«L’attuale giunta in dodici mesi di governo non ha fatto altro che difendere gli interessi italiani – prosegue Collu -. Lo ha fatto con le servitù militari, con la mancata opposizione al decreto sblocca Italia che di fatto apre le porte a tutte le peggiori speculazioni energetiche, con l’indifferenza al DDL “crescita” che innalza il livello di inquinamento dei poligoni militari equiparandolo alle aree industriali. Lo ha fatto minimizzando il disastro ambientale che vede la Sardegna il territorio più inquinato d’Italia. Ha cancellato il diritto dei sardi alla difesa e normalizzazione del nostro patrimonio immateriale più importante ovvero la lingua sarda, smantellando di fatto le pur minime conquiste che il movimento linguistico aveva conseguito in decenni di battaglie.»
«Lo ha fatto e lo farà – aggiunge il segretario di ProgReS – con l’omertoso silenzio in merito a l’inaccettabile volontà del governo italiano che, per mezzo del piano della Sogin, individua nel territorio sardo la costruzione il sito unico di stoccaggio delle scorie nucleari. Un infamia che i sardi tutti hanno fortemente osteggiato con l’esito plebiscitario (97%) del referendum del 2011.» «In merito a tutto ciò – rincara Collu – rimango quantomeno perplesso circa la linea e la volontà politica della cosiddetta area sovranista. Non possiamo che constatare il fatto che i “sovranisti” dai banchi della giunta e della maggioranza più dipendentista degli ultimi 60 anni, inevitabilmente non possono che fare gli interessi dell’Italia e della dipendenza che a parole vorrebbero combattere.»