La Giunta Pigliaru a Gentiloni: “Siamo la regione con meno infrastrutture”

La Sardegna ha un indice di infrastrutturazione del 50,5 contro il 78,8 che si registra nel resto del Mezzogiorno. La giunta Pigliaru batte cassa a Roma.

La Sardegna è la regione meno infrastrutturata d’Italia. “L’unica nel nostro Paese a non avere un’autostrada, il metano, una rete ferroviaria diffusa e collegamenti certi e continui col resto della Penisola”. Lo scrive la giunta di Francesco Pigliaru nel dossier “sull’insularità e la perifericità”, già spedito all’ex premier Matteo Renzi e di nuovo inviato al governo di Paolo Gentiloni contestualmente alla vertenza accantonamenti (leggi qui). Obiettivo: spingere Palazzo Chigi a “predisporre una legge nazionale per destinare risorse finanziarie aggiuntive ai normali canali di finanziamento dello sviluppo regionale”. Contestualmente viene chiesta l’apertura di un tavolo a tre, allargato all’Unione europea.

Il documento si chiama “Un sistema di connessioni tra la Sardegna e l’Europa”. Apre ufficialmente la fase due delle rivendicazioni che il 29 luglio 2016 avevano portato Renzi nell’Isola per firmare il Patto Sardegna (leggi qui). In totale 2,9 miliardi che, evidentemente, non sono sufficienti a colmare il ritardo della nostra regione sull’indice di infrastrutturazione, ovvero il numero delle opere pubbliche esistenti misurate sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo e a loro volta rapportate alla domanda, quindi all’estensione del territorio e alla popolazione.

In Sardegna la dotazione infrastrutturale è “pari a 50,5 punti (su 100) – si legge – contro il 78,8 che si registra nel resto del Mezzogiorno. Si tratta del valore più basso d’Italia e mostra un forte peggioramento negli ultimi anni”, è scritto ancora nel dossier spedito a nome dell’Esecutivo dall’assessorato alla Programmazione guidato da Raffaele Paci. Nel 2001 la Sardegna era infatti al 74,1 con un divario non enorme rispetto alle altre regioni italiane, all’81,3.

Voce per voce, ecco il quadro impietoso restituito dal documento della Giunta che ha utilizzato i dati dell’Istituto Tagliacarne. Si comincia con le strade, il cui indice di infrastrutturazione è passato nell’Isola dal 63,2 del 2001 al 43,9 del 2012, a fronte dell’88,2 di media nel resto del Mezzogiorno. Disastroso pure il dato sulle ferrovie: al 17,4, in peggioramento rispetto al 24,5 del 2001, mentre nel Sud Italia è al 76,3. Non va meglio con gli impianti e le reti energetico-ambientali: 38,4 nel 2012 contro il 67,1 che si rileva nel Mezzogiorno. Enorme anche il divario sulla telefonia e la telematica: 44,9 a fronte del 96,8 nelle altre regionali meridionali. Sardegna indietro anche sulle reti bancarie: 39 contro 65. Solo sulle strutture aeroportuali l’Isola è prima nel Sud Italia per indice di infrastrutturazione: 86,4 contro 62,5. Preoccupante infine la caduta del valore sui porti: dal 174 del 2001 la Sardegna è passata all’83,9 del 2012 e sempre indietro rispetto al resto del Mezzogiorno (95,9).

infrastrutture-sardegna

Nel dossier è scritto ancora: “La Sardegna è l’isola europea geograficamente più isolata rispetto al continente; ha un mercato interno molto ridotto (un milione e 680mila residenti) e disperso (68 abitanti per chilometro quadrato). È pertanto caratterizzata da insularità e perifericità. Ciò che produce non solo un incremento dei costi, ma crea anche discontinuità, aleatorietà, ritardi e debolezza nelle connessioni e nei processi di diffusione spaziale dello
sviluppo”.

Per la giunta Pigliaru sono tre le direttrici sulle quali lo Stato deve intervenire: “Main bridge virtuale Cagliari-Fiumicino”, cioè un ponte principale fisso, una sorta di navetta. E poi “interventi sulla rete ferroviaria interna all’Isola e l’avvio della metanizzazione”. Si legge nel dossier: “Chiediamo anche al Governo di farsi primo portavoce a Bruxelles per definire adeguate norme di attuazione dell’articolo 74 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue), proprio in quanto regione insulare e periferica. La Sardegna deve poter accedere a un regime speciale di deroghe agli aiuti di Stato, così come compensazioni fiscali e un piano infrastrutturale che permettano di ridurre il divario di opportunità rispetto alle altre regioni europee”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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