La Diocesi su don Cannavera: “No all’impegno politico diretto della Chiesa”

Il concetto è espresso dopo una lunga premessa, con toni di stima e di rispetto. Ma la sostanza è quella, se non di un vero e proprio richiamo, di una presa di distanze. La diocesi di Cagliaricon un redazionale che appare sul suo sito ufficiale – fa il punto sull’azione politica svolta da don Ettore Cannavera. E afferma che essa, al di là delle buone intenzioni del sacerdote, può far pensare “ad un impegno sostanzialmente diretto della Chiesa in campo politico”. Un impegno che “non può essere” perché “la realtà dell’impegno politico fa parte del ‘carattere secolare’ che ‘è proprio e peculiare dei laici’ e che si concretizza nel ‘cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio’ (citazione dal Concilio Vaticano II, Lumen gentium, n. 31).

Segue un riferimento a quanto disse Papa Francesco nella sua visita a Cagliari: “La società italiana oggi ha molto bisogno di speranza, e la Sardegna in modo particolare. Chi ha responsabilità politiche e civili ha il proprio compito, che come cittadini bisogna sostenere in modo attivo. Alcuni membri della comunità cristiana sono chiamati ad impegnarsi in questo campo della politica, che è una forma alta di carità, come diceva Paolo VI. Ma come Chiesa abbiamo tutti una responsabilità forte che è quella di seminare la speranza con opere di solidarietà, sempre cercando di collaborare nel modo migliore con le pubbliche istituzioni, nel rispetto delle rispettive competenze“.

Quindi le parole di Benedetto XVI (nell’enciclica Deus Caritas est), ancora dedicate alla “fondamentale distinzione tra il campo proprio della Chiesa e quello della politica” e di Giovanni Paolo II (Christifideles laici) che attribuiscono appunto ai laici cristiani (e non dunque ai sacerdoti) il compito di contribuire alla costruzione del bene comune attraverso l’impegno politico.

La nota si apre con una ricostruzione dell’attività svolta da don Cannavera. Ricostruzione nella quale, sempre con molto garbo, la Diocesi fa notare che la parola “famiglia” non compare tra le “parole chiave” individuate dall’associazione guidata dal sacerdote: “La cronaca politica isolana – si legge nella nota – registra nell’ultimo periodo un dibattito vivace frutto di un quadro politico più che mai frammentato all’interno dei diversi schieramenti che si preparano alla scadenza elettorale delle prossime regionali. Dentro quest’orizzonte emerge anche l’iniziativa sorta con l’Associazione “Terra di pace, istruzione, lavoro e solidarietà”, coordinata da don Ettore Cannavera insieme ad un gruppo di personalità della società civile. Lo scopo dichiarato del movimento non è quello di dare vita ad un nuovo schieramento partitico quanto quello di contribuire alla politica in senso ampio, approfondendo le tematiche legate alle cinque parole chiave che danno il nome all’associazione (tra le quali manca però la parola famiglia) e svolgendo un’azione di stimolo rispetto a quella dei partiti”.

“A nessuno sfugge tuttavia – prosegue la nota della diocesi – che quando si entra nel campo politico gesti e parole di chiunque possono essere interpretati al di là delle loro reali intenzioni. Se si segue il dibattito politico delle ultime settimane ci si accorge come questo rischio riguardi anche l’iniziativa citata. Le istanze senza dubbio importanti portate avanti, come ad esempio gli appelli alla legalità, alla visione della politica come servizio alla comunità e non come mero esercizio del potere, per richiamarne solo alcune, non sono certamente da trascurare. Tuttavia il fatto che la rappresentanza del movimento sia di un sacerdote, con le ripercussioni mediatiche che l’accompagnano, per alcuni fa pensare ad un impegno sostanzialmente diretto della Chiesa in campo politico”. Quindi la netta affermazione della impossibilità di un fatto del genere: “Questo non può essere”.

Nei giorni scorsi l’associazione di don Cannavera ha tenuto nella sede della comunità La Collina di Serdiana un incontro politico nel quale si sono ritrovate forze politiche e personalità del centrosinistra che si oppongono alla candidatura di Francesca Barracciu alla presidenza della Regione.

 

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