La Cgil contro il presidente Solinas: “Pronti anche allo sciopero generale”

“Una forte iniziativa di mobilitazione compatibile con le restrizioni anti-Covid, senza escludere il ricorso allo sciopero generale”. La Cgil è pronta a dissotterrare l’ascia di guerra per chiedere al presidente Solinas e alla sua giunta un “netto cambio di passo sulle misure e le politiche per fronteggiare la crisi”. Dopo l’attacco della Cisl, anche il fronte sardo del sindacato di Maurizio Landini punta il dito contro Villa Devoto dopo che all’assemblea generale della Cgil “è emersa una seria preoccupazione per la situazione di crisi sanitaria, economica e sociale”.

“Proporremo anzitutto a Cisl e Uil sin dai prossimi giorni – ha detto il segretario generale, Michele Carrus -, un programma di iniziative unitarie di lotta e di proposta che tenga insieme forme di comunicazione e partecipazione reali e virtuali, promuovendo anche una campagna capillare di informazione e coinvolgimento in tutti i luoghi di lavoro e nei diversi centri dell’Isola, e la realizzazione anche di iniziative di tipo settoriale o di rilevanza territoriale, offrendo a tutti la possibilità di partecipare alla mobilitazione generale per l’emergenza e per il futuro della Sardegna”.

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Secondo la Cgil, di fronte alla gravità della crisi emergerebbe l’inadeguatezza della Giunta: “Sono insufficienti e inappropriati i provvedimenti finora adottati ed è ormai intollerabile l’atteggiamento di totale autosufficienza con la quale la maggioranza agisce, sia nell’emergenza sia per la prospettiva, tradendo gli impegni sottoscritti al dialogo e al confronto con le forze economiche e sociali, alle quali il presidente della Regione aveva dichiarato di volersi costantemente riferire”. È così – secondo la Cgil -non solo per la controriforma sanitaria e per il Piano casa, ma lo è per il riordino degli Enti locali, e per le modifiche alla legge Statutaria e agli uffici della Presidenza, ispirate a visioni spartitorie e neo-autoritarie delle funzioni regionali.

“La pandemia continua a imperversare nel collasso dei presidi ospedalieri e della medicina territoriale – si legge nel documento conclusivo dell’assemblea generale -, con il personale medico, paramedico e ausiliario ridotto all’osso, privo talora persino di dotazioni protettive ed esposto a rischi continui, con numerosi focolai che si manifestano nelle Rsa”. La Cgil evidenzia quanto strida con la gravità della situazione “la disinvoltura con la quale Giunta e maggioranza continuano a strumentalizzare la pandemia per adottare provvedimenti che rispondono ad altre logiche politiche o interessi costituiti”. Il riferimento va alla cosiddetta proroga del Piano casa, “con cui si verrebbe a realizzare una pesante manomissione delle regole urbanistiche“.

“Nessuno sa nulla dei piani per il cosiddetto Recovery Fund, come e da chi siano stati scelti i progetti, sulla base di quali criteri e indirizzi, con quali obiettivi e modalità”, denuncia il segretario Carrus, aggiungendo che “il bilancio è inesorabilmente destinato a un nuovo, lungo esercizio provvisorio mentre la manovra di assestamento, approvata senza confronto, ha mandato in buona parte allo sperpero ben 473 milioni di euro e confermato l’ormai consueto strabismo della Giunta, che guarda soltanto ai bisogni delle imprese e non riserva praticamente nulla al lavoro e ai soggetti sociali più deboli”.

“E ancora, sono gravi le carenze su trasporti e continuità aerea e marittima – si legge nella lunga nota della Cgil -, il Piano energetico regionale sconta, oltre all’ostilità preconcetta del Mise, il disinteresse della Presidenza della Giunta che rischia di rendere aleatori gli investimenti necessari al processo di decarbonizzazione; appare poi desolante – con la Regione adagiata nel ruolo di spettatrice – la situazione dei settori produttivi: l’Eni continua a tenere in stallo il progetto di chimica verde a Porto Torres e cede a terzi il cloro-soda di Assemini; è troppo lento il riavvio del polo metallurgico sulcitano; la Regione non dà luogo ad alcun programma di rilancio delle 10 Aree di crisi industriale, mentre soltanto un mese fa è stato completato un primo, insufficiente Piano di Riconversione e Riqualificazione delle due Aree complesse di Portovesme e Porto Torres; intanto, è emersa la crisi della raffineria di Sarroch, che ha avviato per la prima volta nella storia la Cig per gli occupati, senza mettere in campo un valido piano strategico per superarla, con riflessi gravissimi sulle attività in appalto e su tutto l’indotto”.

“In questo quadro – conclude il segretario, Michele Carrus – la Cgil e le altre organizzazioni non hanno avuto i tavoli di confronto rivendicati e annunciati sulle misure di sostegno ai lavoratori, né sui programmi per la ripartenza, né sulle politiche di sviluppo e sulle riforme, e neppure hanno avuto quelli pattuiti sul monitoraggio della situazione di emergenza sociale e sanitaria che, forse, avrebbero potuto evitare scelte sbagliate e pericolose per tutti”.

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