Impreparazione, improvvisazione, iniziative contrastanti, incapacità di gestire l’emergenza sanitaria insieme alle altre vertenze fondamentali per lo sviluppo dell’isola (energia, trasporti, lavori pubblici, digitalizzazione, riforma della Regione). È duro l’attacco che nel giorno di Santo Stefano la Cisl sarda rivolge alle istituzioni regionali, sottolineando gli aspetti che – secondo i vertici – hanno caratterizzato il 2020.
“Davanti ai ritardi, alle indecisioni e alle scelte sbagliate della Giunta solo il senso di responsabilità del sindacato ha ‘salvato’ la Regione da azioni di protesta molto più forti -sottolinea in una nota il segretario regionale Gavino Carta -. A fronte di una crisi senza precedenti non si nota una strategia, da parte della governo regionale, in grado di contrastarne gli effetti più negativi”.
E ancora: “Senza il coinvolgimento reale e non finto delle parti sociali anche il Recovery Plan regionale è destinato a fallire. Non c’è la percezione che ogni atto di governo e amministrativo ha ricadute positive o negative sulla vita delle persone”.
Per la Cisl le istituzioni, anche a livello locale, non hanno dato prova di essere all’altezza della gravità della situazione. “La prova data dalla politica e dalle istituzioni non è rassicurante soprattutto perché in un costante delirio di autoreferenzialità continua a ignorare le proposte quasi quotidiane del sindacato a proposito di sanità, continuità territoriale, politiche del lavoro, formazione e scuola, casa e i problemi urbanistici e del paesaggio, politiche industriali”.
Gli stessi provvedimenti varati per dare ristoro alle persone e alle società più in difficoltà – accusa il sindacato – non sono stati ancora attuati. “L’assestamento di bilancio, approvato in forte ritardo a fine novembre, non offre risposte adeguate e rappresenta solo un debole alibi per il ritardo nella predisposizione della manovra finanziaria e di bilancio per il 2021, che porterà a diversi mesi di esercizio provvisorio, con conseguenze pesanti sulla capacità di spesa della Regione e sull’attuazione delle misure in capo alle politiche e agli interventi in ambiti fondamentali per il lavoro e l’economia”.
La Cisl chiede al presidente Solinas un deciso cambiamento di rotta nei tempi di attuazione, semplificazione, efficacia dell’azione di governo, il coinvolgimento del sindacato sui progetti di resilienza e rilancio in capo ai finanziamenti europei, “i 206 progetti regionali su Recovery Plan fin qui ipotizzati dalla Regione sono disarticolati e sconnessi”. Il coinvolgimento è fondamentale, per Carta, anche sul confronto con il Governo nazionale da rilanciare in termini unitari, sulle politiche produttive e industriali, su una indispensabile legge quadro di riordino e potenziamento delle politiche sociali e a favore delle categorie più deboli e gli anziani.