I documenti “taglia Irap” ce li ha pure Francesco Sanna, non solo Ugo Cappellacci. I due sono in guerra da ieri per la fiscalità di vantaggio.
Ha cominciato il presidente della Regione postando su Facebook il testo della norma fiscale che, a suo dire, è entrata nella Legge di Stabilità, per poi essere cancellata «da mani misteriose». Ma Sanna ha smontato subito la tesi del governatore, già ieri, perché il deputato Pd le carte ufficiali le aveva viste e sapeva che nella Legge in questione non ci fosse alcun traccia del testo tirato in ballo da Cappellacci. Adesso, però, anche il democratico ha scannerizzato i documenti. Ed «ecco definitivamente smascherata – dice – la verità di latta confezionata dal presidente a misura di Facebook».
Sono quattro gli allegati che il parlamentare Pd rende pubblici. Il primo è il Frontespizio della Legge di Stabilità. A seguire, l’articolo 16 della stessa legge, su “Ulteriori disposizioni in materia di finanza per gli enti territoriali”. Il titolo di questo articolo è uguale a quello postato ieri da Cappellacci. «Solo che nella versione ufficiale – spiega Sanna -, l’unica che conta, quella di cui fornisco la copia perché è la sola approvata dal Consiglio dei ministri e andata alla firma del presidente Napolitano, non si fa accenno alla Sardegna».
Non è tutto. L’articolo 16 compare anche nella Relazione tecnica e in quella illustrativa, di cui Sanna recupera le rispettive copie definitive, «sempre per dimostrare – sottolinea – che il Governo, a differenza di quanto sostiene Cappellacci, non ha mai approvato la riforma dello Statuto sardo (necessaria a rendere operativo il taglio dell’Irap). Ovvero, – continua il democratico – non esiste alcun complotto di palazzo ordito contro la Sardegna beffata da “mani misteriose”, come è andato ripetendo il governatore. Molto più semplicemente, e banalmente, i ministri che hanno tenuto i contatti con la Regione non hanno avuto la possibilità di definire la norma in tempo e portarla al Consiglio dei ministri del 15 ottobre».
Sanna affonda i colpi. «Egli – dice ancora riferendosi a Cappellacci – ha dovuto necessariamente sostenere quella sua tesi per giustificare la dispendiosa missione a Roma di ieri, con Giunta regionale e seguito. La verità è che, lasciandogli le sue funzioni istituzionali molto tempo libero, il governatore ha potuto pubblicare su Facebook un documento non ufficiale, su cui ha fatto apporre dai suoi grafici un timbro rosso sangue con la scritta “Ecco la verità”».
Il deputato Pd precisa: «Come si può notare, la Legge di Stabilità, approvata dal Consiglio dei Ministri e su cui il Parlamento discuterà, all’articolo 16 fissa esclusivamente le competenze del Trentino in materia fiscale e gli strumenti finanziari derivati delle autonomie locali». Quindi la conclusione del democratico: «La madornale falsificazione della realtà messa in atto dal governatore rivela solo una scarsa considerazione dell’opinione pubblica e rischia di squalificare anche l’istituzione di cui Cappellacci è rappresentante, cioè la Regione Sardegna».
Alessandra Carta
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La sceneggiata (sarda) del governatore;
Il documento postato su Facebook da Cappellacci.