La proposta di legge di iniziativa popolare per riconoscere alla Sardegna il principio di insularità in Costituzione rischia di perdersi nei corridoi di Palazzo Madama dove sarebbe dovuto cominciare il percorso di un testo sottoscritto da oltre 130mila sardi. Per questo motivo stamattina la commissione speciale del Consiglio regionale, presieduta da Michele Cossa, ha incontrato i senatori sardi con la speranza che un fronte comune possa ridare slancio all’iniziativa. Che ci sia stato un rallentamento è un fattore concreto, testimoniato anche dal senatore di Forza Italia, Emilio Floris, che adduce questa motivazione l cambio di maggioranza nel Governo. Da parte di Floris è arrivato l’impegno a “richiedere in occasione della prossima riunione di capigruppo l’inserimento della proposta nel calendario dei lavori”. C’è, però, un altro elemento che gioca a sfavore della proposta di legge ed è il fatto che “di solito appena l’uno e mezzo per cento delle proposte di iniziativa popolare diventa legge – dice il senatore azzurro – ma in questo caso mi sento di dire che il traguardo sia più alla portata”.
Durante la riunione sono intervenuti un po’ tutti i senatori sardi pronti a superare l’appartenenza politica e garantire l’impegno a portare a casa il risultato. L’esponente del Movimento 5 stelle, Gianni Marilotti, ha sottolineato che, qualora il percorso dovesse subire un clamoroso arresto, “esiste un piano alternativo, ossia presentare una proposta di legge firmata da noi senatori. Oppure una mozione congiunta, di tutti gli esponenti sardi a Palazzo Madama, a sostegno della proposta di iniziativa popolare e per istituire un tavolo permanente tra la Regione, lo Stato e la Commissione europea, per rimuovere le penalizzazioni a danno delle regioni insulari italiane”.
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Anche la senatrice Lina Lunesu (Psd’az – Lega) ha ricordato la grande partecipazione dei sardi a questa iniziativa e gli “effetti positivi che ne deriveranno per tutti” mentre il senatore, Emiliano Fenu (Cinque stelle), ha posto l’accento sulla “necessità di modificare i regolamenti Ue in materia di trasporti e di energia” e ha ricordato che “oltre all’insularità esistono anche le periferie dei territori: anche la Sardegna ha il suo centro e le sue periferie, appunto, discriminate”.
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Per quanto riguarda il parere dei consiglieri regionali, Antonello Peru (Cambiamo!) ha attaccato lo Stato che “non ha difeso la nostra insularità nei trattati ed è per questo che sono necessarie deroghe concrete al principio degli aiuti di Stato”. È intervenuto, poi, il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus: “È utile questa commissione ed è giusta questa battaglia, anche se non sarà una guerra lampo ma una guerra di posizione che andrà oltre questa legislatura regionale e nazionale. Mi chiedo però cosa stiano facendo i senatori sardi per la nostra continuità territoriale, visto che il regime è scaduto e già la prossima stagione turistica è a rischio, se non arrivano risultati concreti. Segnalo che un volo Ciampino – Cagliari acquistato ora con Ryanair per l’estate costa più di 300 euro”.
È stato il presidente della commissione, Michele Cossa, a chiudere i lavori e fare sintesi sulle prossime tappe da fare: “Siamo disponibili a valutare ogni forma di intervento pur di portare avanti il compito che i sardi ci hanno affidato, sottoscrivendo in massa la proposta di legge. Dobbiamo poter ragionare anche in termini di macro regioni, come ci sollecita l’Unione europea sia per la spesa dei fondi strutturali che per l’erogazione dei servizi essenziali come i trasporti. E l’Italia in questo senso appare favorita: dopo la Brexit sarà il nostro Paese quello che avrà il maggior numero di cittadini europei residenti in isole, circa sette milioni. Non è una valutazione da poco”. Intanto è saltato l’incontro, previsto domani pomeriggio al Quirinale, tra il comitato per l’Insularità e i senatori sardi con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella a causa dei impegni internazionali del Capo dello Stato.