Industria aerospaziale, la nuova economia della Sardegna

“La Sardegna è l’unica regione italiana che ha le infrastrutture per sperimentare i voli dei droni. Per questo ci candidiamo a diventare un polo aerospaziale di riferimento nazionale e speriamo anche europeo”. Così dice Giacomo Cao, il presidente del Distretto aerospaziale della Sardegna (Dass). Oggi, dopo 15 mesi di vita cominciati a ottobre 2013, Cao ha annunciato l’ingresso nella compagine societaria di quattro nuovi azionisti, arrivando così a quota 19.

Il presidente ha parlato in una conferenza stampa convocata dall’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, perché sarà passo a due tra Regione e Dass. “Abbiamo inserito il distretto nella Strategia di specializzazione intelligente prevista dalla programmazione europea 2014-2020”, ha chiarito l’esponente della Giunta. Ciò vuol dire “potenziali investimenti per 80-90 milioni“, come nelle risorse che nel settore mette a correre Bruxelles. Ma Cao fa sapere che la sola “Agenzia aerospaziale italiana” potrebbe arrivare a stanziare un miliardo di euro”.

Il Dass è uno dei sei distretti che esistono in Italia, insieme a quelli di Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania e Puglia. “Ma solo noi, attraverso le piste di Fenosu a Oristano, di Tortolì in Ogliastra e gli ottocento metri nel poligono di Quirra, abbiamo il cosiddetto spazio segregato, ovvero i droni possono essere sperimentati inabissandosi a mare senza rischi per la comunità”.

Le imprese private azioniste del Dass contano attualmente “250 dipendenti che puntiamo a raddoppiare nel più breve tempo possibile”, sottolinea ancora Cao. E questo anche attraverso “il monitoraggio della spazzatura spaziale, ovvero le meteoriti o i satelliti che si frantumano nello spazio. Pure su questo fronte – chiarisce Cao – crediamo di avere le carte in regola, in termini di competenza e conoscenza, per ricoprire un ruolo di primo piano nel panorama internazionale”.

Al. Car.

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