Immobili dall’Ats alle Asl, altro pasticcio: il commissario del centrodestra contro la Giunta

Alessandra Carta

Non c’è pace per la sanità della Sardegna. La Giunta di Christian Solinas non ne imbrocca una, nemmeno sul terreno amministrativo. L’ultimo pasticcio che viene fuori riguarda il patrimonio immobiliare che dalla soppressa Ats, ovvero la Azienda unica del centrosinistra, deve transitare nelle Asl. Ma siccome l’Esecutivo non ha ancora approvato la delibera prevista per legge, il passaggio è bloccato col rischio che l’Isola perda i fondi di settore ottenuti anche attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

È stato Enrico Gaia, il commissario liquidatore dell’Ats voluto su quella poltrona dallo stesso centrodestra dopo svariate peripezie legate a presunte incompatibilità per via di altri incarichi ricoperti su indicazione della politica, a sollevare il caso e in Consiglio regionale ci ha pensato il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, a chiedere lumi.

Gaia (nella foto di copertina) non è che si è lamentato della faccenda spedendo un messaggio via WhatsApp. Il commissario di Ats ha mandato una missiva, ovviamente protocollata, e con quella ha spiegato che “il patrimonio in capo ad Ats transita nella proprietà delle Aziende del servizio sanitario regionale” solo “previa deliberazione della Giunta, come prevede la disposizione normativa decisa dallo stesso Esecutivo lo scorso 29 aprile in base “all’articolo 5 del Decreto legislativo 502/1992”.

Sette mesi fa, Solinas e gli assessori si erano dati trenta giorni di tempo, quindi non scadenza a maggio 2022, per firmare l’atto necessario a sancire il passaggio del patrimonio immobiliare. Siamo a novembre e quella deliberazione ancora non c’è. Non solo: Agus, in un intervento in Aula lo scorso 26 ottobre, ha spiegato che l’Esecutivo avrebbe dovuto firmare il provvedimento nella seduta del giorno prima. “L’atto di dava addirittura per approvato – ha sottolineato il capogruppo -. Invece sul sito della Regione non figura”.

Gaia, in buona sostanza, si è trovato con le mani legate e per questa ha scritto a Nieddu e per conoscenza alla Direzione generale della Sanità e all’Ares, la nuova Asl unica del centrodestra, l’azienda che nella riforma di Solinas ha preso il posto dell’Ats. Si legge ancora nella nota del commissario: “Si chiede cortesemente di fornire aggiornamenti in ordine alla approvanda deliberazione di Giunta, che costituisce il presupposto necessario per poter effettuare il predetto trasferimento o a decisioni differenti ipotizzate dal vostro Assessorato o dalla stessa Giunta”.

A seguire il passaggio sui problemi che i ritardi dell’Esecutivo possono comportare. Gaia parla di “situazione assai delicata in termini di bilancio“, perché a cascata, col patrimonio immobiliare ancora in capo all’Ats in liquidazione, la titolarità dei costi di gestione è sospesa. Poi ecco il rischiodi perdere i finanziamenti previsti dalle normative e dal Pnrr”. Di qui l’appello del commissario affinché l’impasse venga “definito nel più breve tempo possibile”.

Agus, ormai, ha imparato che a pensar male ci si azzecca. Ragion per cui il capogruppo dei Progressisti ha drizzato le antenne anche sulla delibera che manca. In attesa che dalla Giunta spieghino i motivi dell’ennesimo e inspiegabile ritardo. Nella seduta del 25 ottobre, relativamente alle Asl è passato solo un provvedimento che riguarda le “linee di indirizzo per l’organizzazione temporanea delle Aziende sanitarie”. Ma nulla che riguardi “la ricognizione e l’attribuzione del patrimonio immobiliare”.

Alessandra Carta

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