La riunione a Tramatza, una settimana fa, è apparsa a tutti gli effetti un evento in grande. Come se il bruco si stesse trasformando in farfalla. Allo stesso tavolo i delusi (dichiarati) di destra e di sinistra. Perché questo è lo spirito del Polo civico sardo: preparare una classe dirigente isolana degna di questo nome e non lo spettacolo, spesso indecente, a cui si assiste in aula grandi e piccoli. A cominciare dal Consiglio regionale.
Il Polo civico sardo non è un progetto appena nato. La novità, piuttosto, è che in questi mesi si è allargato, diventando una vera alleanza trasversale con uomini e donne di buona volontà, è lo spirito emerso a Tramatza, in un partecipato incontro voluto dal fondatore Franco Cuccureddu, ex sindaco di Castelsardo, onorevole al tempo di Ugo Cappellacci governatore, in corsa anche con la coalizione di Christian Solinas, ma dal quale poi ha preso le distanze.
Cuccureddu lavora alla costruzione dei poli civici da oltre dieci anni. Quando nel 2009 venne eletto consigliere regionale, fondò una sezione sarda del Movimento per le autonomie del siciliano Raffaele Lombardo. Solo che a quei tempi gli italiani e i sardi ancora si fidavano dei partiti. I tempi non erano maturi per credere nelle esperienze politiche senza le bandierine. Adesso è tutto diverso. E Cuccureddu, approfittando delle pause da Covid-19, ha esteso la rete.
Il suo braccio destro è diventato Ivan Piras, sindaco di Dolianova, storicamente un fedelissimo di Cappellacci e berlusconiano convinto. Ma lo sanno anche le pietre che al prossimo giro Forza Italia rischia di sparire. Quidi Piras si sta ‘riciclando’ come civico. E da sindaco di un piccolo Comune è uno abituato a costruire alleanze destra-sinistra, perché questo succede nel paesi sotto i 15mila abitanti, dove si va alle urne con una sola lista.
Sempre in quota sindaci, a Tramatza c’era pure Andrea Soddu, uno che in fatto di poli civici può dare lezioni. Nel 2015 il primo cittadino di Nuoro stracciò letteralmente il Pd e il centrodestra attraverso un polo che metteva insieme pezzi di sardismo e liste non partitiche varie. Poi il peccato veniale di candidarsi proprio con gli ‘odiati’ dem alle Europee del 2019 (se non fosse stato per l’assurda legge elettorale che unisce il collegio sardo e quello siciliano infinitamente più grande, oggi Soddu sarebbe un parlamentare Ue). Fatto sta che nel 2020 il sindaco barbaricino ha incassato la riconferma in Municipio vincendo a mani basse una sfida dove i partiti facevano i gradassi. Soddu, invece, agli avversari ha lasciato le briciole.
Alla riunione di Tramatza c’erano poi due Riformatori: l’ex assessore al Turismo, Luigi Crisponi, e l’ex titolare dei Lavori pubblici, Bastianino Sannitu. Non è dato sapere se i due liberal democratici siano ancora dentro il partito di Massimo Fantola, ma i Riformatori da sempre amano queste versioni della politica in salsa civica, dove danno lezioni di moralità sulla spesa pubblica, salvo poi governare insieme a Solinas che moltiplica province e contratti fiduciari, caricando il bilancio sardo di spese importanti.
Il Polo civico è contro tutto questo, è nel progetto di Cuccureddu che a Tramatza ha invitato pure Maria Grazia Salaris, assessora ai Servizi sociali ad Alghero. C’erano anche i consiglieri comunali di Sassari, Marco Manca e Massimo Rizzu, e quello di Porto Torres, Claudio Piras. Ma le sedie davanti della sala congressi pare fossero occupate da alcuni professori di peso, ideologici dei futuri obiettivi programmatici per la Sardegna, anche senza una partecipazione diretta alle competizioni elettorali.
Ovvio che le Regionali restano il traguardo più importante per un’alleanza civica che aspira a cambiare la politica. Ma si tratta di un percorso a tappe che, in vista del 2024, vuole raccogliere le migliori esperienze di governo partendo dai Consigli comunali, perché lì ci si fa le ossa e ci si forma sotto il profilo amministrativo. E infatti le presenze a Tramatza dei rappresentanti municipali sono il segno di questa aspirazione. Sennò succede come nell’Assise regionale, dove ci sono onorevoli arrivati in aula senza nemmeno sapere cosa sia una delibera.
Al. Car.
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