Il Governo frena ancora sul metano. Todde: “Nessun progetto approvato”

Il Governo continua a frenare sul progetto della dorsale del metano in Sardegna. Lo ha fatto oggi in occasione del tavolo convocato al Mise per discutere l’uscita dal carbone nel 2025 delle centrali termoelettriche dell’Isola. “Il ministero dell’Ambiente, presente al tavolo – è scritto in una nota stampa della sottosegretaria al Mise, Alessandra Todde, che ha presieduto il vertice – ha espresso in maniera chiara che ad oggi non è stata data nessuna autorizzazione sulla dorsale e che gli unici pareri favorevoli sono quelli delle commissioni Via che non appartengono al Ministero”, spiega in una nota Todde, che ha presieduto il vertice.

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L’arrivo del gas in Sardegna è strettamente legato al phase out. Ma l’esponente del Governo ha puntualizzato che “è emerso in maniera chiara come gli unici progetti approvati in fase di realizzazione siano i depositi costieri ad Oristano, di conseguenza non esiste ad oggi alcun progetto di rigassificatore approvato per la Sardegna. Inoltre – ha aggiunto – il Pniec ribadisce che il metano è fonte energetica di transizione per le aree produttive sarde”. La sottosegretaria ha quindi ribadito che “il Governo sta sostenendo concretamente la ripresa industriale della Sardegna, che deve basarsi su una transizione sostenibile in termini ambientali, sociali ed occupazionali e su un costo dell’energia equo sia per gli imprenditori che per tutti i cittadini sardi”. La Sardegna, ha chiarito, “merita il migliore dei progetti energetici possibili. Siamo al lavoro per raggiungere questo obiettivo”. All’incontro hanno partecipato la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dell’Ambiente, Invitalia, Regione e Comuni interessati, le aziende del settore, Confindustria, i sindacati e le associazioni ambientaliste.

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La nuova frenata del Governo è gradita agli ambientalisti ma scontenta tutti gli altri: Regione, sindacati e Confindustria che insistono sulla necessità dell’infrastruttura. Al tavolo del Mise sull’uscita delle centrali sarde dal carbone nel 2025 c’era l’assessora all’Industria, Anita Pili: “La soluzione per ridurre l’impatto ambientale con il contenimento del costo dell’energia – ha ribadito – è la realizzazione di una infrastruttura energetica che permetta di veicolare una fonte meno inquinante del carbone”. Da Cagliari il presidente della Giunta, Christian Solinas, ha chiarito che “la decisione di un phase out dal carbone va accompagnata da interventi qualificati e adeguati per assicurare una transizione del sistema energetico in piena sicurezza che rispetti le specifiche peculiarità della Sardegna e non comprometta le prospettive di sviluppo dei nostri territori”.

Secondo il presidente di Confindustria, Maurizio De Pascale, “bisogna accelerare le pratiche per chiudere la partita del metano”. Il segretario generale di Uiltec Sardegna, Pierluigi Loi, ha manifestato preoccupazione perché “su una materia così delicata pare si voglia prendere tempo: oggi il ministero non ha sciolto i nodi, né dato indicazioni sulla transizione energetica dell’Isola e sulla dorsale a gas non sono state date risposte”. Negativo anche il commento di Cgil. Per il segretario Michele Carrus, “il confronto non ha fatto registrare passi avanti concreti nella definizione dei percorsi possibili per arrivare agli obiettivi prefissati, ma il tempo delle scelte non è una variabile indifferente perché, ad esempio, senza il gas si rischia di restare inchiodati al carbone, anche dopo il 2025: questa sarebbe la prima conseguenza di tanta incertezza”. Gli unici soddisfatti sono gli ambientalisti. Soprattutto perché, ha spiegato Vincenzo Tiana di Legambiente, “il governo ha ribadito la necessità di far arrivare il metano attraverso i depositi costieri che, essendo modulari e flessibili, si possono dismettere, a differenza della dorsale, un sistema molto rigido che ipotecherebbe il sistema sardo per decine di anni”.

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