Giuseppe Conte, e i suoi cinque vicepresidenti di M5s, tra cui l’ex viceministra sarda Alessandra Todde, non hanno autorizzato nessun Cinquestelle dell’Isola a trattare col centrosinistra. Filtra da Roma l’indiscrezione a misura di Regionali 2024, previste a febbraio, tra un anno e due mesi.
Dunque, sono destinati a fermarsi, almeno per ora, i contatti che sottotraccia Progressisti e Cinque Stelle stanno costruendo a partire dal Consiglio regionale. Obiettivo: metere in piedi quel campo allargato di alleanze che, numeri alla mano, è l’unica strada per battere il centrodestra. Non fosse altro che la coalizione di Christian Solinas – probabile non ricandidato nel 2024 – può contare su una rosa di partiti più ampia rispetto agli avversari.
Solo un mese sembrava che fossero quelli del Pd i più reticenti a percorrere la strada del nuovo schieramento aperto agli M5s. Invece adesso viene fuori che Conte e il suo entourage ritiene prematura ogni decisione, anche perché il Pd è piena transizione con la corsa verso le Primarie del 19 febbraio. Quindi meglio aspettare, capire come si evolve la partita interna ai democratici.
A livello territoriale il diktat di Conte ha i suoi effetti. Anche perché il coordinatore sardo degli M5s, il senatore Ettore Licheri, non è uno rimasto indifferente ai richiami dei Progressisti. Non solo: in Consiglio regionale la possibilità di un ingresso degli M5s nel perimetro del centrosinistra piace assai all’ex capogruppo dell’Aula in quota grillina, Desirè Manca.
Era estate quando la Manca, entrata nell’orbita di Licheri per affinità territoriale – entrambi sono sassaresi – aveva deciso di spendersi convintamente nel tentativo di favorire i contatti tra M5s e centrosinistra. Ma la mossa, a quanto pare, sta piacendo poco al resto degli M5s isolani che percepiscono un certo Sassaricentrismo nell’asse Licheri-Manca. Così la voce sulle trattative con pezzi del centrosinistra è stata fatta arrivare a Conte. Da lì la decisione del capo di chiarire che se qualcuno nel movimento si sta impegnando per una qualche causa politica, rappresenta unicamente se stesso. Almeno per ora.
Insomma, il messaggio che arriva da Roma è chiaro: Conte non vuole fughe in avanti. Quando sarà il momento di aprire confronti, saranno lui e la sua squadra a dirlo e a farlo. Anche perché alle Politiche del 25 settembre gli M5s sono tornati a crescere perché hanno recuperato quello spirito solitario che li ha fatti nascere, ovvero una forza alternativa agli schieramenti tradizionali. Invece per quasi cinque anni gli M5s prima si sono alleati con la Lega, poi col Pd. Una strategia che alle Amministrative ha fatto crollare il consenso, l’elettorato non ha gradito ed è stato recuperato solo alle Politiche quando gli M5s sono tornati alle origini.
La Sardegna, peraltro, è una osservata speciale da parte di Conte: l’Isola è una delle regioni dove alle Politiche di settembre gli M5s sono andati meglio, raggiungendo il 22 per cento, appena due punti sotto il colpaccio fatto dagli Fdi di Giorgia Meloni, arrivati al 24 per cento. I sardi del movimento eletti in Parlamento sono due alla Camera e altrettanti in Senato: a Montecitorio sono entrati il senatore uscente Emilio Fenu e Susanna Cherchi; a Palazzo Madama riconferma per Licheri e nuovo ingresso per l’ex sindaca di Assemini, Sabrina Licheri. Alla Camera c’è pure la Todde, eletta in un collegio lombardo. (al. car.)
