I partiti possono fare contratti a tempo: paga il Consiglio, è la ‘legge assunzioni’

I gruppi politici del Consiglio regionale possono fare assunzioni, così come succedeva sino a sei anni fa. Poi a gennaio 2014, sull’onda dello scandalo giudiziario sulle spese pazze degli onorevoli (due le maxi inchieste della Procura di Cagliari e già una ventina di condannati), la stessa Assemblea approvò la legge 2 col quale vennero cancellati i fondi ai partiti dell’Aula. E quindi anche la possibilità di stipulare contratti di lavoro a tempo senza vincoli di scelta. Ai gruppi politici, dal 2014 e sino al voto di ieri, era riconosciuta la sola opzione di avere come collaboratori i dipendenti di altre amministrazioni pubbliche (tecnicamente si parla di personale in comando).

Ieri la maggioranza di centrodestra ha di nuovo introdotto la liberà di assunzione da parte dei partiti, approvando la proposta di legge numero 70 presentata dal capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, e sottoscritta da tutte le forze della coalizione attraverso i capigruppo. Ovvero Dario Giagoni (Lega), Angelo Cocciu (Forza Italia), Gian Filippo Sechi (Udc-Cambiamo), Francesco Mura (Fratelli d’Italia) e Valerio De Giorgi (Sardegna Forte). Astenuti invece i Riformatori guidati da Michele Cossa: nel 2014 si erano infatti battuti a sostegno della stessa legge 2. Contrari i tre blocchi della minoranza con Pd, Progressisti e M5s.

Nel testo di Mula è scritto in premessa il riferimento alla norma del 2014, considerata “particolarmente restrittiva al fine di venire incontro alla necessità di razionalizzare e contenere la spesa”, recita un passaggio del terzo capoverso. “La modifica – è precisato ancora – nasce dal fatto che i gruppi politici contribuiscono in modo determinante al funzionamento e all’attività dell’assemblea”. Un obiettivo, questo, che secondo Psd’Az e alleati può essere centrato “anche attraverso la collaborazione di personale esterno, da gestire mediante il ricorso di contratti a tempo determinato di natura fiduciaria e rispettando il tetto di spesa (da stabilire)”, è scritto ancora nel documento arrivato all’esame dell’Aula. I contratti, ovviamente, non potranno superare i cinque anni, la durata della legislatura.

Mula durante il dibattito di ieri ha detto: “Questa proposta di legge interessa tutti i gruppi consiliari, non solo quelli di maggioranza. I partiti, in ogni caso, non toccheranno un euro: contratti e pagamenti verranno gestiti dagli uffici amministrativi del Consiglio”. Massimo Zedda ha parlato invece di “ritorno al passato. State facendo una cosa che non determinerà benefici – ha sottolineato l’ex candidato presidente -, ma solo aspetti negativi nell’opinione pubblica”. Un concetto che nella fila dei Progressisti ha ribadito il capogruppo Francesco Agus: “Il metodo delle assunzioni esterne ha già fallito in passato e i cittadini non dimenticano. La soluzione del personale in comando ha invece permesso di reclutare personale più preparato”.

In quota centrosinistra è intervenuto pure il capogruppo dei Leu, Daniele Cocco, che si è detto “d’accordo con la posizione di Agus”. Di “sapore antico” ha parlato pure Desiré Manca, capogruppo degli M5s. “In quest’Aula non si è fatto accenno ai criteri che porteranno alle assunzioni a tempo, si sta partendo col piedo sbagliato”. A sostegno della legge, oltre Mulas è intervenuto l’assessore agli Enti locali, Quirico Sanna, limitandosi a “esprimere parere favorevole” a nome dell’Esecutivo.

Era giugno quando scoppiò la prima polemica sulle assunzioni da parte dei gruppi politici: allora fu il presidente del Consiglio, Michele Pais, a farsi carico dell’iter. Ma la scelta di investire il capo dell’Aula – in teoria garante imparziale – si rivelò infruttuosa. Anche perché Pais aveva provato a ripristinare pure i vitalizi (leggi qui). Invece: con la strategia di trasformare la questione dei contratti in materia esclusivamente politica, affidando a un capogruppo la firma della legge, la maggioranza ha portato a casa il risultato che voleva. Le assunzioni fiduciarie sono di nuovo ammesse nel palazzo di via Roma. Non solo: negli anni i fedelissimi dei partiti, con degli accordi trasversali, sono entrati nella pianta organica del Consiglio. A tempo indeterminato e senza concorso. (al. car.)

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