I manager illegittimi delle Asl ancora al loro posto e le assunzioni sono bloccate

I sessanta giorni promessi da Mario Nieddu per mettere in regola i manager delle Asl sarde sono abbondantemente scaduti senza che nelle Aziende sanitarie sia cambiato nulla. In sella continuano a restare i Ds e i Da nominati in maniera illegittima. Tra i direttori sanitari e quelli amministrativi nessuno è stato ingaggiato con un contratto lungo, a differenza di quanto richiede la legge. Alcuni, addirittura, non hanno nemmeno il requisito sul quinquennio di dirigenza in una struttura complessa o hanno sforato il limite d’età.

Il caso delle nomine illegittime nelle Asl era scoppiato a metà aprile. Precisamente il giorno 19, quando la Dg della Sanità, Francesca Piras, aveva messo nero su bianco le regole di ingaggio dei manager in risposta a un quesito arrivato proprio da un’Azienda. Si era così scoperta la valanga di irregolarità (qui la situazione in ciascuna Asl dell’Isola). Ma il 5 maggio, convocato dal Consiglio regionale in commissione Sanità, Nieddu aveva fatto una solenne promessa. Una delle sue.

L’assessore leghista disse che entro sessanta giorni avrebbe risolto tutto (leggi qui). Siamo all’8 agosto, ovvero di mesi ne sono passati tre e non due, ma novità non ce ne sono. In sella continuano a restare gli stessi manager illegittimi, per nessuno è scattato un contratto diverso rispetto al primo sottoscritto a inizio anno. Non solo: Nieddu aveva messo sul piatto anche la questione degli atti aziendali, ovvero i documenti programmatori di ogni singola nuova Asl, dopo la riforma che ha cancellato l’Ats per sostituirla con l’Ares, praticamente un ente fotocopia.

Invece nemmeno questa seconda questione, a cui Nieddu legava la risoluzione delle nomine illegittime, è stato risolta. Tutto è campato per aria. Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti, parla “della solita inerzia di Solinas e Nieddu. Il problema – sottolinea il consigliere regionale – è che i guasti della loro malagestione ricadono sui cittadini. Senza la delibera della Giunta, le Asl non possono approvare gli atti aziendali e quindi, tra le altre cose, programmare nuove assunzioni vitali in questo momento. Blaterano di superamento delle liste d’attesa ma non fanno niente per aumentare gli organici dei medici che dovrebbero occuparsene. Cianciano di nuovi ospedali ma poi non sono in grado di tenere aperti i pronto soccorso in quelli esistenti”.

Non è tutto. Nella sanità sarda mancano pure gli organi di controllo contabile. “A rigore – ricorda ancora Agus – le aziende non potrebbero nemmeno pagare gli stipendi ai dipendenti. È così difficile trovare revisori compatibili con il manuale Cencelli?”, si interroga ancora il capogruppo dei Progressisti. Che aggiunge: “Serve un’azione immediata, anche con una modifica normativa: i problemi causati da plateali e annunciati errori politici di questa maggioranza sono tali da non poter aspettare”.

Sulla sanità a pezzi nei giorni scorsi sono intervenuti anche i consiglieri di Leu-Possibile-Demos che hanno elencato di nuovo “le criticità della sanità isolana, a partire dalle liste d’attesa per continuare con la carenza di personale, i pronto soccorso chiusi e l’attuazione della riforma sanitaria”, hanno detto Eugenio Lai, Daniele Cocco Secondo, Maria Laura Orrù e Laura Caddeo. (al. car.)

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