Il Consiglio regionale ha approvato la proroga delle misure d’emergenza per far fronte alla grave carenza di medici di base sull’isola. I professionisti che operano in aree disagiate potranno continuare a gestire fino a 1.800 pazienti, oltre il massimale previsto, mentre i medici in pensione avranno la possibilità di firmare prescrizioni. Il provvedimento, votato a larga maggioranza con l’astensione di Fratelli d’Italia, mira a tamponare una situazione ormai critica in attesa di nuove assegnazioni delle sedi di assistenza primaria.
“La norma serve a garantire i livelli essenziali di assistenza in tutte le aree della Sardegna,” ha spiegato Carla Fundoni, relatrice della legge, sottolineando l’urgenza di intervenire per rispondere alla carenza di medici, una problematica che coinvolge circa 430 sedi vacanti. La relatrice ha anche ribadito che il provvedimento risponde all’articolo 32 della Costituzione, che tutela il diritto alla salute.
Non sono mancate le critiche, soprattutto dai banchi dell’opposizione. Alessandro Sorgia, esponente della Lega, ha definito il provvedimento “l’ennesimo intervento tampone”, accusando la Giunta di non affrontare in maniera strutturale le cause della crisi sanitaria. “È un palliativo che maschera la cronica carenza di medici e l’assenza di una strategia a lungo termine”, ha dichiarato.
A rispondere alle critiche ci ha pensato l’assessore alla Sanità, Armando Bartolazzi, che ha difeso la scelta del Consiglio: “Siamo consapevoli che questa è una misura tampone, ma in molti territori decine di migliaia di persone sono senza medico di base. Non avevamo altra scelta per garantire l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea)”. L’assessore ha riconosciuto la necessità di soluzioni più strutturali e ha sottolineato come la Sardegna soffra di una scarsa attrattività per i medici, dovuta a condizioni di lavoro e infrastrutture poco competitive. “Dobbiamo migliorare sia il trattamento economico che la qualità delle strutture sanitarie. Sarà un percorso difficile, ma stiamo lavorando per rendere la nostra sanità più attrattiva e funzionale,” ha concluso.