Giunta, la Lega frena il rimpasto. Ufficialmente la colpa è del Covid

Alessandra Carta

Il rimpasto della Giunta va incontro a un brusco e improvviso stop. Tutta colpa del Covid, a sentire quanto filtra da Palazzo. Perché questo pomeriggio da Christian Solinas si sarebbero dovuti presentare Udc, Lega e Psd’Az. Ma dal Carroccio hanno annunciato che l’onorevole e coordinatore regionale, Dario Giagoni, è ancora positivo al virus, ragion per cui tutto slitta alla prossima settimana. A Villa Devoto, dal governatore, andrà solo la delegazione dello scudo crociato guidata dal suo leader Giorgio Oppi.

Il motivo per cui senza Giagoni la Lega non va da nessuna parte (anche se sono disponibili il capogruppo Pierluigi Saiu e il vice Andrea Piras), è che nelle fila delle camicie verdi c’è maretta. Solinas non c’entra, stavolta. Anzi: il governatore, proprio per non crearsi (altre) inimicizie, ha deciso di non chiedere nulla al partito di Matteo Salvini, sebbene sia sovradimensionato perché, a fronte di sette consiglieri regionali, ha tre assessori più la presidenza dell’Aula. Il problema della Lega è interno e riguarda il gradimento dei rappresentanti nell’Esecutivo: non tutti sono soddisfatti di Mario Nieddu, titolare della Sanità, e di Valeria Satta, alla guida del Personale (il terzo assessore del partito è l’ogliastrino Giorgio Todde che ha in mano i Trasporti, ma è un intoccabile).

Per tutte queste ragioni, Eugenio Zoffili, il luogotenente di Salvini in Sardegna, vuole che a Villa Devoto vada Giagoni a tutti i costi. Il coordinatore ha una fede cieca nel suo ‘capo’ e non si sognerebbe mai di fare e disfare in autonomia.

Oggi a Villa Devoto non va nemmeno il Psd’Az perché il partito del governatore sarà l’ultimo ad essere sentito. È il più numeroso della maggioranza (con undici consiglieri, incluso il presidente della Regione) e le voci interne serviranno a Solinas per tirare le somme e decidere come modificare la squadra di governo.

Al momento lo schema non sembra invariato: la mossa più scontata che può fare Solinas è mandare via dalla Giunta Anita Pili, l’assessore di Sardegna 20venti, il movimento che in Aula ha un solo rappresentante, il fondatore Stefano Tunis. Troppo poco per avere, con la legge dei numeri, una delega nella squadra di governo. La casella da liberare serve per assegnare all’Udc il secondo assessorato, visto che lo scudo crociato ha sei consiglieri e una sola delega nell’Esecutivo.

Il partito di Oppi potrebbe prendere l’Ambiente, oggi in mano ai Fratelli d’Italia con Gianni Lampis. Se gli Fdi lasciano al suo posto l’attuale assessore, tocca ai Riformatori mettere la quarta donna. Vorrebbe dire via dalla Giunta l’onorevole-assessore Aldo Salaris per fare spazio a una delega al femminile.

Se invece gli Fdi fanno la staffetta interna, cambia lo scenario: al posto di Lampis arriverebbe in Regione la coordinatrice sarda del partito, Antonella Zedda, il che permetterebbe ai Riformatori di scegliere senza l’acqua alla gola il miglior assessore possibile. Con o senza Salaris in sella. La Zedda, però, diventerebbe a quel punto la nuova titolare dei Lavori pubblici, oggi in mano ai liberal democratici.

Udc, Lega e Psd’Az sono gli ultimi tre partiti della coalizione che devono ancora vedersi con Solinas per definire, in primo luogo, il patto di legislatura. Ovvero un’agenda con pochi temi per provare a rilanciare la disastrosa azione di governo messa in campo in questi primi tre anni.

Tra ieri e lunedì, Solina ha incontrato Roberto Caredda di Idea Sardegna, nuovo gruppo fondato insieme all’ex grillina Carla Cuccu e all’ex dei Riformatori, Giovanni Antonio Satta. Poi è stata la volta dei liberal democratici con Salaris e della Zedda per gli Fdi. A seguire la delegazione di Forza Italia che ha chiuso il primo blocco di incontri bilaterali.

Adesso tutto si ferma per qualche giorno. Solinas aveva promesso la chiusura del rimpasto e la firma del patto di legislatura prima di Pasqua. Ma il centrodestra dovrà aumentare il ruolino di marcia per centrare l’obiettivo.

Alessandra Carta

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