“Dobbiamo avere il coraggio di dire le cose come stanno: da una parte stiamo conoscendo una Sardegna generosa e accogliente, dall’altra ci sono persone che temono il pericolo di una ‘invasione’. È ora di essere chiari: non c’è nessuna invasione in corso e nessuna emergenza, oggi l‘Isola fa la sua parte nell’accoglienza dei migranti e gestisce una situazione in modo efficace e sostenibile. Consideriamo che oggi in tutta la regione ospitiamo 3000 migranti: dieci per ogni comune sardo, una cifra ben lontana dall’essere considerata invasione”. Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, intervenuto oggi all’interno dell‘incontro ‘Nois, la Sardegna che accoglie’ organizzato a Cagliari per la Giornata Mondiale del Rifugiato, ci tiene a sottolineare che i numeri dei migranti che arrivano in Italia e Sardegna sono in linea con quelli dell’anno scorso: nessuna emergenza dunque, ma un andamento costante e ben governabile.
L’arrivo degli stranieri a bordo delle grandi navi è iniziato nell’aprile 2015. Allora erano ‘appena’ 80, ma dalla scorsa estate sono arrivati centinaia di stranieri in cerca di protezione, salvati al largo delle coste libiche o nel canale di Sicilia: sbarchi da quattrocento, seicento, perfino novecento persone, immediatamente identificate, visitate e rifocillate e poi distribuite nelle 95 strutture per l’accoglienza straordinaria trovate in tutta l’Isola grazie a bandi pubblici finanziati da fondi europei.
Un piano gestito da Regione e Prefetture, con il coinvolgimento di Protezione civile, associazioni e volontari che secondo il Presidente sta funzionando benissimo. Tra questi c’è anche la Asl, con un sistema di visite e assistenza approntato nei momenti immediatamente successivi allo sbarco.
Ma non basta: per immaginare una accoglienza che funzioni davvero occorre considerare bene la situazione della nostra terra, con paesi e territori in via di spopolamento: la chiave per una spinta economica, se pure piccola, può essere proprio quella di ospitare i migranti in piccoli centri con un sistema di accoglienza diffusa, idea messa nero su bianco anche nel Piano Regionale 2016 per l’Accoglienza dei flussi migratori non programmati.
Un sistema che secondo la prefetta di Cagliari Giuliana Perrotta può anche aiutare anche i sindaci a superare le diffidenze: “Purtroppo la prima reazione è spesso quella del rifiuto: quando spieghiamo che i migranti sono accolti da privati che partecipano a bandi nazionali, e che questa accoglienza può essere un’opportunità per innescare processi economici in territori che vivono la crisi, allora cambiano il punto di vista”. Non migranti per ripopolare i territori, ma per far rivivere l’economia con il lavoro di personale e risorse locali che si occupano di mediazione culturale, preparazione dei pasti e cura delle strutture; con la speranza che gli stranieri, un giorno, possano essere attivamente impiegati in mestieri e professioni.
Nota dolente, secondo Pigliaru, è che l’Isola si trova al centro delle due sponde opposte del Mediterraneo tragicamente differenti: da una parte paesi in difficoltà o guerre, dall’altra gli stati ricchi. “L’Europa deve essere Europa, non una somma di Stati che fanno finta di stare insieme. Un’Unione molto diversa da quella attuale e con meno egoismi, perché in queste condizioni non è in grado di gestire importanti flussi migratori”.
F.M.
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