Garante per l’informazione, altra nomina in ritardo: poteri provvisori a un leghista

Alessandra Carta

di Alessandra Carta

Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza – nomina per la quale il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, ha firmato un nuovo bando in scadenza oggi – non è l’unica casella che da troppo tempo attende di essere riempita. Una situazione analoga a quella denunciata ieri da Sardinia Post (Pais ha ritenuto che dieci candidati erano pochi) si registra al Corecom, l’Autorità per le comunicazioni.

Il Corecom ha una composizione a cinque. E tutti devono essere esperti del settore. A ottobre 2020 vennero fatte le nomine in base alle candidature arrivate. La presidenza, proprio per bilanciare i poteri, spetta alla minoranza in Regione che esprime pure un altro componente. Il Pd scelse Susi Ronchi, mentre i Progressisti hanno indicato Sergio Nuvoli.

Il caos in Corecom è scoppiato nel 2021, quando la presidente Ronchi ha lasciato perché non poteva prendere alcun compenso. In Italia, infatti, i pensionati a cui vengono affidati incarichi pubblici non hanno diritto alla retribuzione, a meno che non ricoprano il ruolo di commissario (era nella stessa barca l’ex numero uno di Abbanoa, Gabriele Racugno, e lo è l’attuale segretario generale della Regione, Francesco Scano).

Quando la Ronchi ha lasciato, la guida pro tempore di Corecom è passata al giornalista più anziano, Graziano Cesaraccio, indicato dalla Lega di Pais. La legge 11 del 2008, istitutiva del Corecom nell’Isola, prevede che entro venti giorni dalle dimissioni la presidenza del Consiglio vengano avviati “tutti gli adempimenti necessari alla elezione” del nuovo componente. Sempre a scrutinio segreto. Ma se nei successivi quarantacinque giorni il Consiglio regionale non calendarizza la nomina nei lavori dell’Aula, come successo per il Corecom, il presidente deve esercitare entro altri quindici giorni i cosiddetti poteri sostitutivi e scegliere lui il nuovo rappresentante.

In Sardegna tutto ciò non è avvenuto. Di giorni ne sono passati quasi 270, ma Cesaraccio è sempre il presidente pro tempore. In qualche modo ‘abusivo’, se così si può dire, visto che la presidenza del Corecom spetta alla minoranza, non a un esponente della coalizione che governa l’Isola. Ma soprattutto: la provvisorità nell’assegnazione dell’incarico a Cesaraccio è venuta meno, perché fuori tempo massimo.

Il Corecom è un’autorità di vigilanza sui servizi radiotelevisivi. La funzione è regolata dalla normativa nazionale e diventa più che mai importante adesso che l’Isola si prepara all’election day del 12 giugno, quando andranno scelti i sindaci, rinnovati i Consigli comunali e votati i referedum sulla giustizia. Gli altri due delegati di Corecom Sardegna sono Stella Locci e Alessandro Balzani.

Alessandra Carta

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