Forestas, passa la legge sul personale: 9,3 milioni per 4mila nuovi regionali

Ha avuto l’ok tra gli applausi dei lavoratori seduti nella tribuna del Consiglio regionale, la legge sull’inquadramento del personale dell’Agenzia Forestas. A un anno e mezzo dall’approvazione della riforma dell’ex Ente foreste, trasformato in agenzia regionale, con soli due voti contrari – i consiglieri del Pd Daniela Forma e Gigi Ruggeri – i consiglieri regionali in maniera trasversale hanno dato il via libera all’inserimento dei 4.179 dipendenti a tempo indeterminato, in precedenza inquadrati come braccianti agricoli, nel comparto unico di contrattazione collettiva.

Il testo prevede anche misure per superare il precariato dei circa 1.300 stagionali, passate con due correzioni: Forestas può estendere a un anno il periodo di lavoro dei dipendenti semestrali, fino a completa stabilizzazione, e l’avvio delle trattative per il nuovo contratto dovrà partire entro il 31 dicembre. Non è passata, invece, la linea dell’assessore del Personale, Filippo Spanu, per l’inserimento dei lavoratori in un “comparto specifico di contrattazione collettiva regionale”. All’amministrazione regionale l’operazione costerà 9,3 milioni di euro e il personale inquadrato nel comparto unico di contrattazione collettiva regionale passerà dagli attuali seimila dipendenti a oltre diecimila. L’agenzia, con personale distribuito in 300 sedi in tutta la Sardegna, gestisce 220 mila ettari di boschi, il suo personale dà supporto ogni anno alla campagna antincendi e rappresenta un bacino di posti di lavoro soprattutto per i piccoli comuni di tutta l’isola. Fra gli assunti stabilmente si contano 3.788 operai di primo, secondo, quarto e quinto livello, 313 impiegati fino al sesto livello e 78 quadri.

“Oggi inizia una stagione nuova per Forestas e per la macchina regionale nel suo insieme”, ha commentato in Aula il presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus. “Continuiamo a essere convinti che la legge sull’inquadramento del personale di Forestas dovesse essere migliorata perché la formulazione definitiva presenta, a nostro parere, diverse significative criticità – ha sottolineato l’assessore Spanu dopo il via libera alla norma – abbiamo concordato sugli obiettivi generali: dare maggiore certezza ai dipendenti all’interno del contratto pubblico con la copertura normativa della legge 31 e affrontare la questione dei precari per ridurre al massimo le incertezze legate alla posizione dei lavoratori a tempo determinato. Per questa ragione abbiamo da subito assunto una posizione dialettica per migliorare il testo della legge e conseguentemente rimesso all’aula i passaggi che comunque ci vedevano pienamente favorevoli. Pensiamo che dovesse essere individuato un contratto pubblico regionale specifico, di comparto idraulico-agrario-forestale, un contratto che poteva essere attuato in pochi mesi di trattativa sindacale in maniera coerente ed adeguata alle esigenze del personale”.

“Sottolineiamo che si tratta di una legge di grande impatto sull’amministrazione perché modifica la posizione contrattuale della metà dei dipendenti pubblici di amministrazione, enti e agenzie regionali – ha ammesso l’assessore del Personale – Probabilmente in tempi brevi non sarà possibile dare concreta attuazione al nuovo sistema, che per altro lascia aperti rischi di oneri finanziari superiori anche agli oltre 9 milioni già previsti nella legge. Era necessario delimitare meglio gli ambiti contrattuali distinti (tra amministrativi ed operai) sempre all’interno della Legge 31″.

Il Consiglio regionale ha anche approvato un ordine del giorno che impegna la Giunta a predisporre un piano triennale di assunzioni per reclutare, tramite procedure selettive, nuovi operai al posto di quelli, inclusi i semestrali, che andranno in pensione o che cesseranno, dal lavoro per altre cause. La vicenda del personale Forestas ha diviso i sindacati, con Cgil Flai, Fai Cisl e Uila Uil, che avevano chiesto il ritiro del testo unificato e il mantenimento dell’attuale contratto collettivo nazionale di lavoro degli operai forestali, con l’integrativo regionale di natura privatistica, applicato ai circa 6 mila dipendenti, includendo anche i circa 1.300 stagionali con contratti semestrali. Dall’altra parte in sindacati autonomi, in testa Confederdia e Sadirs, che si sono battuti per l’inquadramento nel comparto Regione e che questa mattina si sono riuniti in piazza Garibaldi.

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