Una norma in tre articoli, pensati per “far partire la campagna anti-incendi 2020”, ha detto l’assessora regionale al Personale, Valeria Satta. Ma la nuova legge su Forestas, approvata martedì dal Consiglio regionale coi soli voti del centrodestra, è nata illegittima. Senza la relazione tecnica-finanziaria con la quale va certificata la copertura dei costi previsti. A conti fatti, una farsa, un’altra, targata Christian Solinas.
Martedì il governatore non si è nemmeno presentato in Aula, quando i consiglieri della maggioranza hanno forzato sulla legge che non rispetta la normativa vigente e deciso comunque l’approvazione (l’impugnazione da parte del Governo nazionale è scontata). Il resto dell’Assemblea di via Roma – quindi Progressisti, Pd e M5s – ha invece abbandonato i lavori al momento del voto, in segno di protesta, proprio per non ‘sporcarsi’ le mani con un atto legislativo palesemente illegittimo.
La norma su Forestas ruota intorno all’inserimento di tutti i 5.500 dipendenti all’interno del comparto regionale. Un obiettivo che lo stesso Solinas aveva detto di aver raggiunto a luglio 2019 (leggi qui). Invece non era proprio così. L’agognato passaggio non si è ancora concluso, proprio perché sulla legge 6 del 2019 mai si è arrivati all’accordo col Coran, il Comitato per la contrattazione della Sardegna cui spetta dare l’ok a tutta la materia contrattuale che riguarda la Regione. Ma senza quel sigillo circa duemila lavoratori di primo livello non potrebbero essere impiegati nella campagna anti-incendio 2020. Di qui appunto la trovata di Solinas e alleati di aggirare l’ostacolo con una nuova legge che dà a quei dipendenti un inquadramento tale da porter partecipare da subito nella lotta al fuoco.
La relazione tecnica-finanziaria è sostanza. Far lavorare alla campagna anti-incendio i duemila forestali del primo livello costa 4.909.866 euro per il solo 2020 (clicca qui per consultare il testo normativo approvato dall’Aula). Una spesa che devono autorizzare gli uffici della Programmazione. Ma al titolare della delega in Giunta, Giuseppe Fasolino, non è mai arrivata la richiesta da parte della collega Satta, quota Lega della Giunta.
Sullo sfondo c’è una doppia questione: una riguarda il Coran, l’altra la Corte dei conti. I vecchi componenti del Comitato per la contrattazione regionale avevano concluso il proprio mandato mesi fa. La Giunta Solinas sosteneva di averli nominati il 28 maggio. Ma quella delibera (la numero 27/42) è saltata fuori solo oggi, malgrado l’opposizione in Consiglio l’abbia chiesta per giorni e giorni.
Quanto alla Corte dei conti, proprio nella Camera di Consiglio del 29 maggio scorso, la Sezione di controllo presieduta da Donata Cabras ha bacchettato la Giunta su Forestas. I giudici contabili hanno puntato il dito contro “la quantificazione dei costi determianti dagli interventi di omogenizzazione (cioè assorbimento nel comparto regionale) e dalla stabilizzazione dei precari”, di cui “non è possibile evincere i criteri”. In buona sostanza Solinas e i suoi hanno promesso mari e monti, ma senza accertare se nelle casse della Regione ci siano (o meno) i soldi.
Sulla questione Forestas, Massimo Zedda ha dato battaglia in Consiglio regionale. Il fondatore dei Progressisti ha incalzato su un doppio fronte, visto che fa parte sia della commissione Bilancio che di quella al Personale. L’ex sindaco di Cagliari spiega: “È davvero risibile che questa maggioranza proceda nel più totale disprezzo del quadro normativo. Un dileggio che va avanti senza soluzione di continuità. Sulle garanzie date ai dipendenti di Forestas, mi pare si possa sintetizzare così: venditori di fumo e campagna anti-incendio”.
Zedda fa notare ancora: “Se davvero Forestas fosse una priorità per il presidente Solinas, la firma di un decreto d’urgenza sarebbe stata la soluzione più consona. L’unica adeguata a non esporre la stessa legge all’epilogo scontato di una impugnazione. Ma la Sardegna ha un capo della Giunta che non si assume alcuna responsabilità e preferisce scaricare gli oneri sugli altri. In questo caso sull’Esecutivo e sul Consiglio”.
Contro l’ultima legge su Forestas si sono schierati anche i sindacati. Michele Carrus, leader della Cgil, ha rispedito la norma al mittente, “per la sua reale illegittimità”. E di “incompiuta” ha parlato anche il segretario del Sadirs, Luciano Melis, che da tempo porta in piazza centinaia di forestali “in difesa dell’inserimento nel comparto regionale. In una nota del 24 giugno, dopo il voto in Aula, Melis ha scritto: “Con questa leggina provvisoria si corre il rischio che venga impugnata e che tra dieci mesi si torni punto e a capo”. Insomma, un altro pasticcio è servito. Stavolta sulla pelle dei forestali.
Al. Car.
(alessacart on Twitter)