Ne è certo, e la sua versione è stata confermata in aula anche dalla super teste Ornella Pirella, dalla cui testimonianza ha mosso i primi passi la maxi inchiesta in Sardegna sull’utilizzo, si presume illecito, dei fondi ai gruppi regionali. Parla l’ex consigliere regionale Sergio Marracini (prima Insieme per la Sardegna, poi gruppo misto, infine Udc), la sua testimonianza si legge nelle pagine de La Nuova Sardegna oggi in edicola. Ebbene, Marracini conferma il lavoro febbrile di un tritacarte preso in prestito e portato negli uffici del Consiglio regionale per distruggere in poche ore fatture, ricevute e scontrini. Quelle pezze giustificative che ormai da anni va cercando la magistratura, le prove dell’utilizzo “a fini istituzionali” dei fondi, milioni di euro in totale.
Il consigliere di centrodestra consegnava i documenti direttamente alla Piredda, poi venivano sigillati in alcune buste. Per farlo, addirittura, aggirava il segretario del partito Angelo Sanna, contrario all’operazione. Quando è stato chiamato in Procura era tutto sparito, Marracini è riuscito a recuperarne parte contattando i fornitori: alberghi, compagnie aeree. Ma resta coinvolto nell’inchiesta come altre decine di Onorevoli (o ex): oltre 90 tra indagati e imputati di due diverse legislature, l’accusa per tutti è di peculato. Ora sul tritacarte dovranno essere sentite in Procura le altre due funzionarie che lavoravano in quegli anni con l’Udc. L’ordine di distruggere tutto è stato forse dato da chi sosteneva (e sostiene ancora pure in sede processuale) la legittimità della mancata rendicontazione delle spese in base a una delibera del 1993.