Finanziaria, la denuncia di Sardegna chiama Sardegna: “178 milioni distribuiti senza bando, mancette elettorali”

“Oltre 178 milioni di euro assegnati arbitrariamente dal Consiglio regionale attraverso la Finanziaria, senza bandi ad evidenza pubblica e criteri di valutazione trasparenti e oggettivi”. La denuncia arriva dagli attivisti del movimento politico “Sardegna chiama Sardegna“, all’attacco dopo il via libera alla manovra da circa 10 miliardi di euro in cui, sottolineano, “si perpetua una pratica ingiusta, clientelare e insostenibile”. Il movimento, fa sapere, ha visionato in particolare il contenuto di un emendamento firmato da tutte le forze di maggioranza “che modifica in profondità l’articolo sui ‘contributi e trasferimenti’, introducendo, ancora una volta, una gigantesca operazione di distribuzione di risorse pubbliche senza bando pubblico e valutazioni trasparenti”. Nello specifico “si autorizza l’erogazione di contributi a favore di un numero altissimo di soggetti – Comuni, diocesi, parrocchie, associazioni culturali e sportive, enti religiosi, fondazioni, giornali – per un ammontare complessivo che supera i 178 milioni di euro in tre anni: 107,8 nel 2025; 32,9 nel 2026, 38,8 nel 2027”.

La scelta compiuta dal Consiglio, “come già denunciato nella nostra petizione popolare lanciata nell’autunno 2024, non rappresenta una deviazione dell”era Solinas‘, ma si conferma la regola con cui centrodestra e centrosinistra, insieme, gestiscono la cosa pubblica”. Non è possibile per gli attivisti, “né eticamente accettabile, che in una regione con profonde disparità territoriali e sociali, importanti risorse di questa portata vengano stanziate sulla base di relazioni personali e appartenenze politiche, mentre Comuni, enti e associazioni che non rientrano in queste reti restano esclusi da un giusto e meritato sostegno”.

Un approccio che alimenta “squilibri concreti nei servizi ai cittadini: nella cultura, nelle infrastrutture, nelle attività sociali e nelle opportunità per i territori. Legittimare la distribuzione delle risorse pubbliche come una ‘mancia’ utile a rafforzare il consenso di singoli consiglieri, invece che come strumento di trasformazione collettiva, svuota il significato stesso delle istituzioni”.

Per questo il movimento “rilancia con forza la sua petizione pubblica su ‘Change.org’, per richiedere al Consiglio regionale lo stop alla distribuzione discrezionale dei fondi pubblici e l’istituzione di un ‘Fondo per il futuro’ che finanzi nuove linee di intervento innovative e bandi pubblici ai quali tutte le associazioni e i Comuni possano partecipare, senza favoritismi”.
E ancora, “la definizione di criteri oggettivi di valutazione che premino la sostenibilità e l’impatto dei progetti, e fondi strutturali per associazioni e Comuni, con regole chiare e uguali per tutti”. La richiesta alla Giunta di Alessandra Todde e a tutto il Consiglio regionale è “di rompere finalmente questa spirale viziosa e clientelare, che tanti danni fa alla nostra isola perché disperde le risorse pubbliche, senza alcuna logica unitaria e programmatoria. Chi governa deve avere il coraggio di premiare non l’amico, ma la comunità”.

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