consiglio regionale

Finanziaria, duro confronto sull’articolo dedicato a istruzione e ricerca

Prosegue nell’aula del Consiglio regionale sardo il dibattito sulla finanziaria da circa 10 miliardi di euro. Superato ieri sera lo scoglio del capitolo sanità, la discussione stamane è ripartita dall’articolo 3, su istruzione e ricerca. Il copione sembra identico a quello di ieri, con la maggioranza che per accelerare i lavori sta ritirando gli emendamenti presentati al testo, e il centrodestra all’attacco con l’obiettivo- è ripetuto nei vari interventi dai banchi dell’opposizione- di migliorare il provvedimento. Al di là della normale dialettica tra schieramenti, la manovra dovrebbe vedere l’approvazione finale domani, resta da capire se in tarda serata o addirittura già dalla mattina.

Tornando all’articolo in questione, nella legge è specificato come negli ultimi anni si sia assistito “ad una sensibile riduzione del finanziamento nazionale del Fondo di finanziamento ordinario accompagnata dagli effetti inflattivi legati all’incremento del costo del lavoro e degli altri costi operativi, che hanno inciso negativamente sugli equilibri dei bilanci delle università sarde, compromettendo il ruolo strategico delle stesse università, quali enti al servizio del territorio, preposti a garanzia, tutela e promozione del diritto allo studio”. Per questo si interviene “in continuità rispetto a quanto già fatto con la legge regionale 18 del 2024, attraverso l’incremento del finanziamento destinato al fondo di 17 milioni di euro per ciascun anno, portando lo stanziamento complessivo a 43,3 milioni per anno”.

Ieri, “durante la discussione dei primi due articoli, hanno parlato solo i consiglieri di opposizione- il primo intervento di questa mattina affidato ad Alice Aroni, esponente dell’Udc-. Abbiamo registrato giusto l’intervento di qualche capogruppo esclusivamente teso a tirare emendamenti di maggioranza”. L’auspicio è “che la presidente Alessandra Todde non abbia nuovamente ripristinato la ‘consegna del silenzio’, un metodo antidemocratico brevemente interrotto durante la discussione del Prs, e solo per lasciare spazio agli elogi verso il lavoro svolto dalla governatrice nell’elaborazione dello stesso piano”. L’articolo in discussione, ricorda Aroni, “tratta uno dei grandi crucci della nostra società, l’istruzione e la ricerca. Come è noto, in Sardegna si assiste ad un preoccupante abbandono degli studi, ma in questa manovra- al contrario di ciò che è stato scritto in maniera generica nel Piano di sviluppo regionale- non vi sono interventi strutturali”. Per la maggioranza pronta la replica della dem Camilla Soru, presidente della commissione Istruzione: “Diciassette milioni in più per le università sono tanti- rimarca-. Vi ricordo che nella legge di bilancio del 2025, approvata dall’attuale governo nazionale, sono stati tolti 247 milioni di euro per il 2025, 239 per il 2026 e 216 per il 2027. E questi si aggiungono a un taglio precedente, con una riduzione di circa 170 milioni di euro”.

 Purtroppo, ricorda, “si è dovuta fare una scelta, una scelta fondamentale, una scelta importante. Abbiamo dovuto mettere una pezza, ed è stata questa”. L’attuale governo “ha deciso di decimare i finanziamenti- attacca Soru- e noi rischiavamo di avere un’università compromessa a causa di questi tagli. E’ una battaglia, e se volete veramente darci una mano a fare meglio, aiutateci a chiedere a gran voce a questo governo di smetterla di depredare il futuro dei ragazzi e delle ragazze italiane, e quindi anche di quelli sardi”.

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