La violenza sulle donne al centro della seduta statutaria in corso in Consiglio regionale. In discussione tre mozioni su un fenomeno per il quale nelle ultime settimane, in Sardegna, si è registrata un’escalation: prima la vicenda di Sennori del 7 settembre, quando un uomo ha sparato alla fidanzata prima di impiccarsi, quindi, a distanza di 48 ore, quella di Quartucciu dove un 67enne ha ucciso la moglie a coltellate e poi ha chiamato i carabinieri confessando il delitto.
“La radice di questo male è culturale”, ha spiegato nel suo intervento la vicepresidente della Regione, Alessandra Zedda, promotrice nella scorsa legislatura della legge sul Reddito di libertà, cioè un contributo economico finalizzato a sostenere le donne vittime di violenza. In Aula hanno preso la parola le consigliere Carla Cuccu (M5s), Desirè Manca (M5s), Elena Fancello (Psd’Az), Maria Laura Orrù (Progressisti), Laura Caddeo (Progressisti), Rossella Pinna (Pd), Sara Canu (Riformatori). Alcune hanno fatto notare l’assenza del governatore Christian Solinas, ma anche di gran parte dei colleghi uomini: presente meno della metà.
La Fancello ha stigmatizzato il fatto che si è arrivati in Aula in ordine sparso: “non siamo riusciti a presentarci con un documento unitario, questo è un errore”, ha detto. Le tre mozioni portano la prima firma di Annalisa Mele (Lega), della Manca (M5s) e della Pinna (Pd). La Orrù ha posto la questione sull’opportunità di stanziare risorse nella legge omnibus per i centri anti violenza. Previsti gli interventi di tutti i capigruppo e dell’assessore della Sanità, Mario Nieddu.