Ci hanno pensato i giudici della Corte Costituzionale a mettere al sicuro le nuove province sarde, risuscitate con la riforma degli Enti locali approvata ad aprile dal Consiglio regionale, e a permettere la nascita della Città metropolitana di Sassari. L’organismo, infatti, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal Governo lo scorso giugno, impugnando l’articolo 6 della legge. Nel testo si faceva riferimento alla volontarietà dei territori e dunque l’esecutivo aveva sollevato questioni relative all’obbligo di referendum prima di assumere qualsiasi decisione.
Superato questo problema tecnico, ora la Sardegna si prepara ad avere una nuova geografia amministrativa che, in linea di massima, ricalca lo schema in vigore dal 2005 fino all’abolizione degli enti intermedi con un referendum . Le province saranno sei: il Nord-Est Sardegna, la vecchia Gallura, con capoluoghi Olbia e Tempio; l’Ogliastra che riavrà come capoluoghi Lanusei e Tortolì; la provincia di Nuoro e quella di Oristano che verranno leggermente modificate e poi le province di Medio Campidano (Villacidro e Sanluri capoluoghi) e Sulcis Iglesiente (Carbonia e Iglesias) che sanciscono la fine dell’esperienza dell’ente Sud Sardegna, nato con la riforma approvata dalla maggioranza di centrosinistra con la Giunta guidata da Pigliaru.
L’altra novità è la Città metropolitana di Sassari che, dopo un tentativo sfumato con la prima riforma degli Enti locali in cui nacque quella di Cagliari, ottiene questo status. Allora si cercò di frenare le proteste dei rappresentanti di quel territorio con la Rete metropolitana anche se non è mai stato ben chiaro quale fosse il ruolo e i benefici. A giocare a sfavore sono soprattutto i numeri un po’ per tutti gli enti della Sardegna che ha un territorio molto vasto ma con una densità di popolazione molto scarsa.
Secondo i dati riportati sul sito della Camera dei deputati e riferiti al 2019, le due Città metropolitane di Cagliari e Sassari avranno rispettivamente 550.155 e 325.288 abitanti. Cifre basse se si considera che tra le pari grado nella Penisola, risultano entrambe le meno popolose. Per quanto riguarda le province, invece, c’è un discorso di distanze dai centri di riferimento motivo anche di differenze e interessi sostanziali dal punto di vista di governo del territorio. Lo è stato per la Gallura quando è stata inglobata di nuovo nella provincia di Sassari, realtà certamente differenti visto che lo stesso ente avrebbe dovuto gestire due zone dell’Isola diametralmente opposte, da Alghero a Olbia.
Stessa cosa per l’Ogliastra, la provincia meno popolosa in Sardegna, con solo 54.292 abitanti (al 2019) che ha, però, sempre sofferto il ritorno sotto il controllo di Nuoro. Questo territorio che si affaccia sulla costa a sud-est della Sardegna ha sempre reclamato servizi e politiche tarate su una realtà diversa da quella del centro isolano. A conti fatti, a parte qualche eccezione, l’ondata referendaria, che aveva cancellato le quattro province per lasciare solo quelle storiche, si è affievolita e per tanti consiglieri di maggioranza e opposizione la riforma è stata gradita. Nei territori di provenienza chiedevano il vello d’oro di autonomia e così è stato.