Effetto Meloni sulla Sardegna, l’ambizione di due donne per le Regionali del 2024

Alessandra Carta

Con Giorgia Meloni prima presidente del Consiglio nella storia republicana, anche le Regionali del 2024 potrebbero vedere una sfida al femminile. L’Isola, in ogni caso, non ha nulla da imparare sul fronte della candidature di donne: nel 2014 Michela Murgia raccolse 100mila e Francesca Barracciu, sebbene finita fuori gioco in seguito all’accusa di peculato aggravato, si stava giocando la guida della Sardegna dopo la vittoria alle Primarie del centrosinistra.

I nomi, ovviamente, sono nuovi: in quota centrodestra la candidata di coalizione più probabile per il voto di febbraio 2024 è Alessandra Zedda, l’assessora al Lavoro che è quasi l’erede naturale di Christian Solinas, di cui è la vice. Del resto, la corsa del governatore sardista è azzoppata dal rinvio a giudizio per abuso d’ufficio, reato che in caso di condanna prevede la sospensione dall’incarico per la legge Severino. Quindi, a meno di una revisione della norma in Parlamento, ricandidare Solinas significherebbe esporre l’isola al rischio di nuove elezione a stretto giro, nel caso in cui l’attuale presidente sardista vincesse le Regionali fra un anno e tre mesi (qui l’approfondimento di Sardinia Post sulla legge anti-corruzione).

La Zedda, insomma, parte avvantaggiata. Anche se rivali interni al centrodestra ne ha. A cominciare da Paolo Truzzu, il sindaco di Cagliari che ha dalla sua il fatto di essere un Fdi di ferro, quindi esponente di quei Fratelli d’Italia che sono il partito del momento. A febbraio del 2024 a Truzzu mancherebbero pochi mesi per finire il mandato in Comune: vuol dire che sotto il profilo elettorale sarebbe irrilevante la decisione di lasciare Palazzo Bacaredda in anticipo.

Quanto all’attuale opposizione di centrosinistra allargata agli M5s, le aspirazioni di una leadership non dispiacciono ad Alessandra Todde, la viceministra uscente dello Sviluppo economico che in questi anni non ha sbagliato nulla. All’interno dei Cinque Stelle, il suo partito, è salita sul carro di Giuseppe Conte azzeccando la mossa e da lì non è più scesa, ottenendo la ricandidatura in un posto sicuro alle elezioni del 25 settembre.

La Todde si è gestita bene anche sul piano della visibilità mediatica: sfruttando la sua nuoresità, al pari del giornalista Giovanni Floris, può dire a ‘Di Martedì’, uno dei talk show della politica che più contano. E nemmeno con Bruno Vespa ha un cattivo rapporto. Anzi. Certo, qualche inimicizia interna anche la Todde ce l’ha. Però può vantare un appoggio nel Pd, visto il suo ottimo rapporto con la corrente di Paolo Fadda.

Le manovre per le Regionali sono appena iniziate. Ma considerando che il centrodestra di Solinas rischia di finire anzitempo la legislatura (troppe le liti interne), le coalizioni non sbagliano se cominciano già da ora le trattative per definire le alleanze e le leadership. L’antipolitica, che continua a divorare fette di elettorato, lascerebbe a casa porzioni sempre più ampie di cittadini, nel caso in cui si arrivasse a soluzioni pasticciate e dell’ultima ora.

Alessandra Carta

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