Deliperi: “Cancellato il regalo di Cappellacci ai predoni delle miniere”

Proroga automatica di titoli minerari e permessi di cava mai sottoposti a Valutazione d’impatto ambientale. E divieti sulla realizzazione di nuovi impianti eolici. Sono queste le norme contenute nella legge regionale 25 del 2012 bocciate dalla Corte costituzionale. Ma solo oggi si scopre che i divieti erano apparenti e che “alla fine ci è andata bene”.“La proroga dei permessi minerari concessa da Cappellacci attraverso la legge 25 del 2012 – spiega Stefano Deliperi del Gruppo d’intervento giuridicoavrebbe potuto riportare in Sardegna le società che si sono alternate alla ricerca dell’oro tra le colline di Furtei”. Due anni fa, la Sardinia gold mining e le società che l’avevano preceduta erano sì già fuggite dalla Marmilla senza spendere un solo euro in opere di bonifica, il sacco di Furtei in pratica era già stato consumato. “Ma la società disponeva ancora delle concessioni di sfruttamento dell’area, nonostante la sua attività non sia mai stata sottoposta a Valutazione d’impatto ambientale”, spiega Deliperi.

Ed è proprio su questo aspetto, l’assenza cioè di una precedente valutazione degli impatti legati all’attività estrattiva, che si appunta la prima bocciatura della Corte costituzionale. “Semplice, al contrario di quanto previsto da quella norma, la proroga automatica di titoli minerari e di permessi di cava che non sono mai stati sottoposti a valutazione d’impatto ambientale è un’elusione della normativa”, spiega Deliperi. “In pratica – continua il giurista – Cappellacci diede vita a una norma macchiata sin dalla nascita da un evidente vizio di incostituzionalità”, attacca Deliperi.
L’altra bocciatura della Corte costituzionale riguarda i divieti imposti dal Consiglio regionale alla realizzazione di nuovi impianti eolici o di ampliamenti di impianti esistenti entro la fascia dei 300 metri, negli agglomerati industriali gestiti dai consorzi industriali e in una fascia di pari a 4 km dal perimetro degli stessi, nelle aree Pip e nelle aree immediatamente prospicienti. “Sull’eolico, la legge poneva dei vincoli, ma solo apparentemente”, spiega Deliperi. E precisa: “In realtà, si davano chiare indicazioni su dove sistemare gli aerogeneratori, affermando implicitamente che l’intera isola avrebbe potuto ospitare nuovi impianti”. Al contrario – continua Deliperi – la Regione avrebbe dovuto pianificare in maniera sistematica la produzione di energia elettrica e nell’ambito di un piano così redatto indicare le zone non idonee a ospitare nuovi impianti”. Per Deliperi, “il far west dunque c’è sempre stato, soprattutto non si potrà assistere a nessuna inversione di tendenza fino a quando non verrà approvato un Piano energetico degno di questo nome”.

Piero Loi

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