di Manuela Vacca
Molto di più una sferzata improvvisa in una sonnolenta giornata di inizio anno. Risulta destabilizzante come un terremoto la notizia, arrivata venerdì, che Alessandra Todde, prima presidente donna della Regione Sardegna proclamata nemmeno un anno fa (il 20 marzo 2024), è stata dichiarata decaduta come consigliera dal Collegio regionale di garanzia elettorale. Perché se ci sono precedenti per la decadenza da consiglieri, non se ne hanno per i presidenti di Regione.
La misura della magnitudo va oltre i sette punti contestati nelle dieci pagine del documento arrivato dal terzo piano del palazzo di piazza Repubblica, firmato in data 20 dicembre e notificato il 3 gennaio.
“Quello che posso dire è che io sono assolutamente certa della legittimità del mio operato e assolutamente certa che i miei atti sono stati corretti”, le parole di Alessandra Todde che resta nel recinto dei propri compiti e preferisce non entrare nel merito del diritto: la materia spetta ai suoi legali nelle sedi opportune. Si limita a dire che i suoi avvocati “non condividono le osservazioni”. Il suo legale Stefano Ballero commenta a Sardinia Post che considera il provvedimento incomprensibile: “non si capisce perché un normale atto amministrativo, qual è la verifica delle spese elettorali di qualsiasi candidato, possa determinare una situazione del genere. Ci sarebbe voluto ben altro per arrivare alla dichiarazione di decadenza della carica, non delle banali imprecisioni burocratiche”.
“Sono serenamente al lavoro, come potete vedere, dopo anche un confronto con la mia maggioranza”, dice ai giornalisti Alessandra Todde che aveva sentito anche Conte e Schlein e può contare orgogliosa sul sostegno del M5s come di tutto il campo largo. Le reazioni non sono mancate. Il giorno prima l’assessore al Bilancio e vice presidente Giuseppe Meloni aveva sottolineato: “Stiamo lavorando al nostro programma e non ci fermeremo” e che “bisogna conoscere le motivazioni di questo provvedimento che è enorme nella sua portata. Ma non voglio fasciarmi la testa prima di rompermela, prima voglio conoscere e capire”. Agguerrita l’assessora del Lavoro Desirè Manca: aveva annunciato che “la battaglia è appena iniziata, e noi siamo pronti, non abbiamo paura”. Intervenuti ieri, i colleghi degli Enti locali e dei Trasporti, Francesco Spanedda e Barbara Manca, confidano nell’operato della magistratura.
Il 𝗱𝗲𝗽𝘂𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗙𝗼𝗿𝘇𝗮 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮 𝗣𝗶𝗲𝘁𝗿𝗼 𝗣𝗶𝘁𝘁𝗮𝗹𝗶𝘀, che alcuni mesi fa aveva chiesto l’accesso agli atti all’ufficio elettorale per verificare la gestione delle spese elettorali della presidente, incalzato dal giornalista Vito Fiori per Sardinia Post, non si sente di dire che il provvedimento sia esagerato: “La situazione è molto delicata e comporta il rischio che Todde si esponga a conseguenze piuttosto gravi”.
Fanno eco su un rischio paralisi anche i consiglieri del Gruppo Forza Italia in Consiglio regionale Angelo Cocciu, Giovanni Chessa, Piero Maieli, Alfonso Marras, Ivan Piras e Giuseppe Talanas, e chiedono “per il bene della Sardegna, un’assunzione di responsabilità della presidente Todde” dichiarandosi “pronti ad una nuova competizione elettorale”.
Alessandra Todde è apparsa serena: “Siamo stati eletti per servire i sardi e, fino a quando non ci sono atti definitivi, noi continuiamo a lavorare con assoluta motivazione”. Lo ribadisce nelle interviste uscite oggi sui principali quotidiani nazionali. Alla domanda sul Corriere della sera “Vuol dire che non è attaccata alla poltrona” ribatte ferma: “Proprio no, io un lavoro ce l’ho, sono una imprenditrice e a fare questo mestiere sto perdendo dei gran soldi. Il che mi metterebbe in una posizione di forza. Certo, mi dispiacerebbe non riuscire a realizzare le aspettative dei miei concittadini, ho visto tante speranze e mi dispiacerebbe deluderle”.
Su Repubblica, pensando a come affrontare i prossimi mesi, riferisce: “La cosa importante è fare quello per il quale ci hanno eletti: è fondamentale dare risposte ai sardi sulla sanità, dobbiamo varare la finanziaria, combattere le speculazioni contro il nostro territorio. Tanti elettori sperano di vedere la Sardegna risorgere e andare avanti. E questo deve essere il nostro mandato. Non mi sento una presidente a metà e sto lavorando anche oggi”.
Respinge poi qualsiasi tentativo di delegittimazione. “Da destra non possono certo darci lezioni sul tema, in Sardegna come a livello nazionale. Ricordo che c’è un ministro della Repubblica tuttora sotto processo. Provano a delegittimarci perché stiamo lavorando bene”, risponde su Il fatto quotidiano, dove ricorda: “A dichiarare la mia decadenza può essere solo il Consiglio regionale, a seguito di un’istruttoria della giunta delle elezioni. Io resto nel pieno dei miei poteri di presidente, e questo è il punto essenziale”.