D’Alema a Cagliari: “Io, sempre attento alla Sardegna”. E torna sul “voto utile”

Inizia con Massimo D’Alema la campagna elettorale del Partito democratico in Sardegna. Una scelta che, come spiega il segretario regionale Silvio Lai, fa particolarmente piacere sia perché le ultime visite dell’ex presidente del Consiglio ed ex ministro degli Esteri hanno coinciso con altrettante vittorie, sia perché “D’Alema conosce bene la Sardegna e i suoi problemi”. E lui stesso, che oggi incontra gli elettori democratici e poi presenta il suo libro “Controcorrente” alle 17 al Thotel, conferma di non avere mai perso d’occhio le vicende sarde, da quando gettò le basi come presidente del Consiglio della nuova compartecipazione sulle entrare fiscali tra Stato e Regione con l’allora presidente della Regione, Federico Palomba. Una vicenda poi portata a termine dalla Giunta Soru e dal Governo Prodi e poi sistematicamente sabotata dal governo Berlusconi. Ma D’Alema spiega come anche la conclusione positiva di quella vicenda rischia di non avere effetti sull’economia della Sardegna “se non saranno rivisti i vincoli del patto di stabilità. Rischiate di avere risorse in più, che non possono essere spese. Su questo bisogna attuare delle modifiche normative”.

La visita del politico pugliese inaugura di fatto lo sbarco dei big nazionali nell’Isola in vista delle Politiche 2013.

L’ex premier ricorda come il centrosinistra abbia sempre avuto un’attenzione particolare per l’Autonomia della Sardegna e spiega come dalla nostra isola passi uno dei nodi fondamentali che il prossimo governo dovrà sciogliere, quello della politica industriale. “Abbiamo la necessità che il Governo torni a esercitare il proprio ruolo, che è quello di guida della politica industriale. Non è più possibile lasciare mano libera ai potenti amministratori delegati di aziende, come l’Eni, che sono per altro controllate dallo Stato. Nel caso dell’Eni e del rilancio della chimica verde, è evidente che bisogna partire dalla Sardegna, che ha sopportato il peso maggiore della deindustrializzazione. Bisogna affrontare il tema delle bonifiche, che possono diventare una fonte occupativa importante. Certo, per compiere questi passi sarebbe fondamentale che la Sardegna si dotasse di uno strumento di cui ora è priva, ossia un governo regionale”.

Il lavoro, quindi, secondo D’Alema è il vero tema dei prossimi anni, ancora di più delle tasse. “Che non possono diminuire se non riparte la crescita e chi dice il contrario, mente. Certo si può individuare una migliore razionalizzazione del carico fiscale e su questo Bersani ha lanciato proposte concrete”. Proprio sulla campagna elettorale del leader del centrosinistra, da molti considerata sotto tono, D’Alema insiste invece con convinzione. “L’unica vera novità di questa campagna è la presenza di un solo grande partito che ha un progetto per l’Italia: il Partito democratico. Gli altri o puntano a impedirgli di governare, come Berlusconi e Grillo o sognano di poterne condizionare l’azione, come Monti e Ingroia. Io penso che gli italiani sceglieranno di affidarsi ad un grande partito responsabile ed inclusivo, ed in fondo lo pensano anche gli altri”.

Naturalmente non si poteva sfuggire al tema più spinoso di questi giorni, la crisi del Monte Paschi di Siena e il “coinvolgimento” del Pd, che potrebbe avere ripercussioni anche sulla campagna elettorale. D’Alema non ci crede “Il Pd non c’entra nulla, semmai c’entrano le scelte degli amministratori locali, cui però andrebbe anche riconosciuto il coraggio di avere fatto esplodere la questione”. Ritiene però che la vicenda Mps faccia emergere almeno tre problemi del sistema bancario nazionale, che il prossimo governo dovrà affrontare e risolvere. “Il primo è quello di ridurre il controllo pubblico, attraverso le Fondazioni, sul sistema di credito. Il secondo è quello dei controlli, che vanno esercitati con maggiore forza da Bankitalia e Governo e se gli strumenti non sono adeguati, bisogna migliorarli. Terzo punto riguarda i “derivati”, che sono titoli ad altissimo rischio, che non possono in nessun modo riguardare i soldi di ignari risparmiatori”.

Nonostante la sua rinuncia alla candidatura, insomma, Massimo D’Alema appare più che mai al centro della scena. Perché, come spiega con l’immancabile battuta “la Politica è una malattia, dalla quale non si può o non si vuole guarire”.

Alberto Urgu

 

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