Da lunedì 8 febbraio la Sardegna torna gialla. Così filtra da fonti del ministero della Salute guidato da Roberto Speranza. Dunque non bisogna nemmeno aspettare la consueta conferenza stampa del venerdì, quando viene diffuso il report settimanale dell’Istituto superiore di sanità (Iss): con un’ora di anticipo è arrivata la certezza sulla ‘promozione’ dell’Isola (alla fine dell’articolo le regole da rispettare, con meno restrizioni rispetto alle ultime due settimane).
Era nell’aria che la Sardegna sarebbe tornata gialla, come quasi tutta l’Italia. Anche perché domenica 7 finiscono i quindici giorni di permanenza obbligatori nella fascia di colore nella quale si viene declassati. Rispetto al 23 gennaio, quando c’è stata la retrocessione nella zona arancione, i dati sui contagi sono migliorati. Lo ha scritto lo stesso Ministero nelle memorie spedite al Tar nei giorni scorsi. È successo che i giudici amministrativi hanno chiesto agli uffici romani i numeri che il 23 gennaio hanno determinato il declassamento dell’Isola e da Roma è anche arrivato il nuovo andamento sulla diffusione del virus. È emersa progressione positiva del quadro sardo. Di qui, appunto, l’ipotesi che l’Isola avrebbe risalito la china.
Come noto lunedì 1° febbraio il Tar ha confermato la validità dell’ordinanza con la quale Speranza aveva declassato la Sardegna, per quattro diverse ragioni: alto numero di focali nelle Rsa, sforamento della soglia di sicurezza sulle terapie intensive, peggioramento dei casi di Covid ogni 100mila abitanti e invio in ritardo dei dati sui contagi. Adesso quel mix di parametri negativi è alle spalle, ciò che ha determinato la promozione.
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