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Caso Monni, il Pd chiede a Cappellacci di revocare la nomina del manager Laore

“Cappellacci revochi la nomina di Antonio Monni alla direzione generale di Laore”. Lo chiedono i consiglieri regionali del Pd.

“Apprendiamo ora dalla stampa che la Giunta ha nominato alla Direzione Generale di Laore un dirigente regionale in pensione, di oltre 70 anni di età, i cui precedenti nella Amministrazione pubblica – si legge in una nota – riporterebbero a delle sentenze di condanna per danni erariali che non fanno certo intravedere una futura gestione dell’Agenzia all’altezza delle attuali esigenze”.

Come raccontato da Sardinia Post, nel 2008 Antonio Monni è stato condannato dalla Corte dei conti per danno erariale. Quattro anni prima, da direttore generale dell’assessorato regionale all’Agricoltura, aveva assegnato due incarichi di consulenza che la Corte aveva ritenuto inutili e illegittime, condannando Monni a versare nelle casse della Regione 35mila euro, poi ridotti a 8mila in appello. Due giorni fa è arrivato il decreto di nomina alla direzione generale di Laore, firmato da Cappellacci.

“Ancora una volta il centrodestra si contraddistingue per azioni di mera riaffermazione del potere – accusa il gruppo consiliare del Pd – senza la minima attenzione alle reali problematiche delle Agenzie e del mondo agricolo sardo. Crediamo che il Presidente della Regione debba riflettere bene prima di firmare il contratto e avviare un rapporto di lavoro che non nasce certo sotto i migliori auspici, pensiamo anzi che debba revocare il provvedimento già adottato”.

C’è un poi un problema gestionale che riguarda non solo Laore, ma anche le altre agenzie agricole regionali, Agris e Argea.

“In un contesto generale di gravissima crisi dell’agricoltura sarda, la Giunta regionale durante tutta la legislatura ha gestito l’attività delle Agenzie Agricole Regionali con il continuo ricorso all’istituto del commissariamento. Il risultato è sotto gli occhi di tutti con una generale mortificazione della operatività delle Agenzie ed una sempre più evidente difficoltà delle stesse a svolgere il proprio compito a supporto del settore agricolo”.

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