Cappellacci rieletto? Con una mina sotto la poltrona

Silvio Berlusconi ha ufficializzato la ricandidatura di Ugo Cappellacci. Ma al presidente uscente potrebbe non bastare la benedizione del proprio capo, perché in caso di condanna per abuso d’ufficio – di questo Cappellacci è accusato nell’inchiesta sulla cosiddetta Loggia P3 -, il governatore verrebbe sospeso dall’incarico. E ciò comporterebbe lo scioglimento dell’intero Consiglio regionale, obbligando la Sardegna a tornare alle urne.

Per capire come funziona la sospensione di un condannato per abuso d’ufficio, Sardinia Post ha chiesto all’avvocato cagliaritano Anna Maria Busia che ricostruisce lo scenario mettendo insieme due norme: da una parte la legge Severino, quella sull’anti-corruzione già applicata contro Mario Diana e Carlo Sanjust; dall’altra la Statutaria sarda che regola poteri e funzionamento della macchina regionale, comprese le cause di scioglimento anticipato dell’Assemblea.

«Per la legge Severino – spiega la Busia – sono sospesi dall’incarico tutti coloro che hanno commesso uno dei reati previsti nel Capo I del Titolo I del Codice penale. Ovvero, i delitti perpetrati da pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione. L’abuso d’ufficio rientra tra questi ed è sufficiente una condanna di primo grado per far scattare la sospensione. La quale diventa decadenza con una sentenza definitiva».

Nell’inchiesta sulla P3, anche nota come “Business dell’eolico”, Cappellacci è stato rinviato a giudizio lo scorso 18 novembre. Quanto tempo ci vorrà perché si chiuda il processo di primo grado, «non è prevedibile», spiega la stessa Busia. Resta il fatto che in caso di condanna, oltre alla Severino scatterebbero le disposizioni della Statutaria. «La sospensione di un presidente – sottolinea l’avvocatessa – è assimilabile alle sue dimissioni. Vuol dire che il governatore non può essere sostituito da alcun vice, essendo eletto a suffragio universale e diretto. Ciò comporta lo scioglimento del Consiglio determinando l’immediata indizione di nuove elezioni, come previsto al comma 4 dell’articolo 22».

Ugo Cappellacci, P3 a parte, ha anche due processi da affontare: uno riguarda la Municipalizzata di Carloforte, l’altro l’azienda di vernici industriali Sept. Si tratta di due crac finanziari e in entrambi i processi il governatore deve rispondere di bancarotta. «Ma questa fattispecie di reato – chiude la Busia – non rientra tra le cause di sospensione previste dalla legge Severino». Sulla Municipalizzata la sentenza è prevista per il 13 gennaio 2014. Cappellacci non rischia nulla con la norma sull’anti-corruzione. Ma molto in termini di gradimento da parte dell’opinione pubblica, nel caso in cui venisse condannato.

Alessandra Carta

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